MOMENTO DI PREGHIERA DEL 4 AGOSTO 2022
G. 1. Questo momento di preghiera desideriamo introdurlo con una pagina tratta dal libro di Padre Zanotelli, che tutti conosciamo, intitolato: “LETTERA ALLA TRIBU’ BIANCA”
“Una sera arrivarono in baracca due persone per dirmi che una ragazzina, Florence, stava molto male. Tutte le sere andavo a celebrare l'Eucaristia nelle baracche dei malati di Aids, insieme alla piccola comunità del luogo. Promisi che sarei andato subito e, accompagnato da altri due preti, la raggiunsi.
Florence era stata spinta a undici anni nel giro della prostituzione dalla mamma che aveva bisogno di soldi. A quindici anni le fu diagnosticata l'Aids.
Era già notte quando arrivai nella sua baracca. Lei non sapeva che sarei andato, bussai. Sentii una vocina tenue: "Karibu!" (Benvenuto!). Aprii la porta. E, siccome era tutto buio, dissi: "Florence, jam bo?” (come stai?). Mi rispose: “Ma sei tu, Alex! Che bello!". Lentamente entrai, brancolando nel buio. Poi la intravidi sdraiata sul suo lettino. Stava molto male. Mi avvicinai, le dissi: "Florence, accendi questo cero perché possiamo vedere”. Lei lo accese. E apparve il suo volto, un viso molto bello, ma ora deformato dalle pustole. “Prega, Florence!” le sussurrai, e lei, con il cero in mano, iniziò una preghiera di struggente bellezza. Sul mio letto di morte non riuscirò a recitare preghiere così belle! Quando terminò, le chiesi: “Florence, chi è Dio per te?". "Mungu, ni mama" (Dio è mamma), fu la sua risposta, che mi lasciò sbigottito. Florence stava morendo, da sola, a diciassette anni, in una baracca, mentre la sua stessa mamma l'aveva abbandonata pochi giorni prima. Mi feci coraggio e le domandai: "Ma allora chi è il volto di Dio per te oggi?". Lei sprofondò in un silenzio che sembrava non finisse mai. Tenevo gli occhi fissi sul suo volto che improvvisamente sbocciò in un sorriso bellissimo: “Sono io il volto di Dio".
E così celebrammo insieme l’Eucaristia.
È straordinario vedere la spiritualità degli impoveriti in questi momenti tragici. La loro fede, la loro serenità, la loro capacità di esprimere il Mistero.
Dio c'è, sta nell’inferno degli ultimi però non è il Dio onnipotente che risolve tutto con i “miracolini”, è il Dio tenero debole, che cammina con gli “scarti” dell'umanità che piange con loro.
Il silenzio di Dio però ci obbliga a riprendere in mano le nostre responsabilità, a uscire dai miracolismi per imboccare la strada dell'impegno personale, sociale, economico, politico cui siamo chiamati.
Pochi l'hanno espresso bene come Etty Hillesum, giovane ebrea, scrittrice, deportata e cremata ad Auschwitz:
"Una cosa però diventa sempre più evidente per me," scriveva nel suo Diario, "e cioè che Tu, Dio, non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare Te e, in questo modo, aiutiamo noi stessi”.
Sono stati gli impoveriti ad aiutarmi non solo ad approfondire il Mistero che ci circonda, ma anche a rileggere la Bibbia con altri occhi. A scoprire il Dio che sente la sofferenza inflitta agli oppressi e scende a liberarli, ma lo fa tramite Mosè o, oggi, attraverso Desmond Tutu, Nelson Mandela, Martin Luther King..”
G.2 E anche tramite le mani, i piedi e il cuore di ciascuno di noi. Per questo ritrovarci a pregare insieme ha un senso: attingere alla Fonte le energie necessarie a muovere piccoli passi verso la costruzione del Regno di Dio, questo è quello che ci ha insegnato con la sua vita e le sue scelte il nostro Maestro, Gesù di Nazareth.
Momento di silenzio.
Condivisione delle nostre riflessioni.
‘Il SIGNORE ti benedica e ti protegga!
Il SIGNORE faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!
Il SIGNORE rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!’”.
(Numeri 6:24-26)
Maria Grazia e Tiziana