Evelina Santangelo
L'Espresso 7/8
"Nave senza nocchiero in gran tempesta".Sarebbe
già vitale, aperta all'avventura l'inventiva dantesca contro l'Italia
del sesto canto del Purgatorio.
E invece non c'è nessuna tempesta da
affrontare dopo la caduta del governo Draghi.Nessuno schianto di onde
che si contendono il primato.
C'è piuttosto un naufragare… Ma non il
dolce "naufragar" leopardiano fiducioso verso l'ignoto, ma il far valere
le ragioni del più accanito trincerarsi dietro i vessilli della patria,
del sangue, del primato di una stirpe.
Faceva paura la voce di Meloni
nel suo intervento in Andalusia a sostegno dell'ultradestra spagnola di
Vox qualche mese fa.
E faceva paura perché aveva il piglio di che si
sente forte, inarrestabile nei suoi Si alla famiglia naturale,
all'identità sessuale, alla cultura della vita, all' universalità della
croce, alle frontiere sicure, alla sovranità del popolo, alla nostra
civiltà…
Tutti quei Sì propri dell'estrema destra internazionale in cui
di contro si schiantano schiacciati da altrettanti No incalzanti come
anfibi in marcia: tutti i migranti disperati, i fragili diritti LGBT,
ogni altra religione, quel diritto all'interruzione volontaria di
gravidanza che ha segnato la punta dell'iceberg del processo di
liberazione della donna, insomma tutto quel che rende un Paese e una
Politica capace di ascoltare e non schiacciare le voci del proprio
tempo.
Così a naufragare nell'ascesa dell'ultradestra non è solo un paese
ma un' idea di mondo, plurale e libero e più giusto, non soltanto in
Italia ma, pericolosamente, anche ben oltre i confini nostrani.