lunedì 8 agosto 2022

PREGHIERA

 Io li ho visti gli occhi di pietra 


Io li ho visti gli occhi di pietra: 
trafiggevano la mia giovinezza 
insozzata di polvere rossa 
strappandomi un sogno 
che sapeva di sangue e di vino.

La legge dei padri mi legò 
ad un arido tronco dalla resina secca, 
mai tenerezza uscì dalla sua bocca. 
Ma il mio cuore di indomita cerbiatta 
galoppava di desiderio, 
poi l'angelo venne e mi diede l'annuncio 
mi disse che ero una donna, che dovevo 
gustare tramonti di miele.

La legge dei padri mi strappò 
ad un morbido amplesso, l'angelo fuggì; 
mi lascio nella polvere, prona 
col ventre ansante d'orrore e passione. 
Ognuno aveva in mano la sua pietra, 
negli occhi la ferocia del giusto. 

Un Rabbi seduto per terra scriveva 
nella polvere col dito: 
nelle sue mani non c'erano pietre. 
L'abbiamo colta in flagrante adulterio.
Mosé comanda che siano lapidate 
le donne come costei. 

Non disse nulla e mi guardò. Io lo guardai. 
Oh, in quegli occhi io lessi 
compassione infinita e tremendo perdono. 
Poi si levò la sua voce: 
Chi non ha peccato, scagli la prima pietra.
Scagli la prima pietra, scagli la prima...
Le pietre caddero dalle mani 
e tutti andarono via, sentendone il peso nel cuore.

Un cerchio d'ombra mi conteneva tutta. Divenne 
un cerchio di insolita luce. Lui era lì. Da solo. 
Nessuno, donna, ti ha condannata? Risposi Nessuno 
con un pianto in gola che era ignoto stupore.
Allora, io non ti condanno mi disse. 
Va' e più non peccare. E io mi alzai, 
e andai verso un sogno sconosciuto, 
là dove non c'erano inganni, né parole di pietra, 
là dove potevo vivere ancora 
solo per avere pietà dei miseri giusti feroci. 

Rita Clemente, Evangelium  foeminae, Chieri 2012