lunedì 10 ottobre 2022

DA AMICI, RICEVO QUESTA LETTERA DI UNA PARROCCHIANA DI DON GIULIO

 «Lettera aperta a Monsignor Vescovo Ernesto Palletti»

Eccellenza, dovrebbe - e ho tutto il diritto di chiederglielo - spiegare a me, povera donna di 81 anni, cattolica praticante da quando sono al mondo, e anche alle tantissime persone che come me amano, stimano e rispettano don Giulio, perché ha dato ascolto a pochi rancorosi e magari non praticanti “scandalizzati” da alcune considerazioni espresse dal nostro parroco e non ha tenuto in nessun conto tutte le persone che invece da don Giulio hanno avuto solo bene, accoglienza e guida morale.

Poi dovrebbe, da pastore attento a tutte le sottigliezze dottrinali e formali, spiegare perché, se la sospensione è avvenuta il 5 di settembre, gli ha permesso di celebrare fino al 2 di ottobre. 
Se non era degno, non avrebbe dovuto dare esecuzione subito alla sentenza? Aveva forse paura che con le tante persone presenti alla festa del Rosario il caso avrebbe fatto troppo clamore?

Certo, avere don Giulio come sacerdote che ha sempre fatto il suo dovere, che ha saputo dedicarsi senza risparmio agli anziani, agli emarginati, ai sofferenti e ha sempre difeso i diritti civili di ogni essere umano è stato un dono che molti ci invidiano.

Non vedo invece, da parte sua, un atteggiamento saggio e paterno verso don Giulio, un prete da valorizzare e non da sospendere. 
Io non so come finirà questo momento doloroso, ma se finirà nel modo che non mi auguro, spero che potrà essere per lei motivo di riflessione e autocritica, avendo anteposto il rigido mantenimento di alcuni dettati del Magistero all’infinità di bene che don Giulio ha fatto e che avrebbe continuato a fare a me e a tanti altri che condividono quanto le sto scrivendo.

Che lo Spirito Santo possa illuminarla e farle valutare la sproporzionata gravità del provvedimento da lei preso verso don Giulio. Io sono anziana e non ricordo precedenti sospensioni così clamorose. Eppure non tutti i preti che ho conosciuto erano precisamente santi.

La chiesa dovrebbe essere accoglienza per tutti e non solo una comunità di intransigenti che, convinti di essere nel medioevo, mettono al rogo chi non la pensa come loro.

Purtroppo, Eccellenza, questa vicenda mi sta allontanando dalla Chiesa. Non avrei mai pensato che potesse succedermi a 81 anni. Ma mi conforta pensare che i vescovi vanno e vengono, mentre Dio, che legge nel cuore degli uomini, saprà dare il giusto valore e la giusta ricompensa a tutti”.

Luigina Viviani