Gorbaciov:
nessuno sia vinto
Di Michail Gorbaciov appena scomparso ci piace per ora ricordare la "Dichiarazione di Delhi" sui principi base di un mondo libero dalle armi nucleari e nonviolento da lui sottoscritta con il Primo Ministro dell'India, Rajiv Gandhi il 27 novembre 1986, a New Delhi. L'intero documento insieme a molti altri relativi, tra cui l'eccezionale discorso di Gorbaciov al Parlamento indiano (pp. 21-29), sono nella rivista «Bozze 87, gennaio/febbraio 1987, anno decimo, n. 1, pp. 17-21. Questa dichiarazione non fu pubblicata in Occidente.
Pubblichiamo qui solo i titoli.
«1. La coesistenza pacifica deve diventare una norma universale dei rapporti internazionali.
2. La vita umana dev'essere considerata il valore supremo.
3. La nonviolenza dev'essere alla base della vita della comunità umana.
4. La comprensione reciproca e la fiducia devono sostituire la paura e il sospetto.
5. Deve essere riconosciuto e rispettato il diritto di ogni Stato all'indipendenza politica ed economica.
6.Le risorse impiegate per gli armamenti devono essere volte ad assicurare lo sviluppo sociale ed economico.
7. Devono essere garantite le condizioni necessarie per uno sviluppo armonioso della personalità.
8. Il potenziale materiale e intellettuale dell'umanità deve essere utilizzato per risolvere i problemi globali.
9. La sicurezza internazionale globale deve prendere il posto dell'«equilibrio del terrore».
10. Un mondo libero dalle armi nucleari e nonviolento richiede misure concrete e urgenti volte al disarmo».
Nelle ultime righe del suo lungo discorso al Parlamento indiano, il 27 novembre 1986, Gorbaciov cita una massima del Buddha: «Una vittoria può dirsi tale soltanto se tutti in egual misura sono vincitori e nessuno è vinto». Gorbaciov commenta: «Nel secolo dell'arma nucleare l'unica vittoria possibile è la vittoria della ragione. Impegniamoci a lottare insieme per essa!».
In un’intervista televisiva (trasmessa in "Passato e presente" del 15 novembre 2019), Gorbaciov concluse dicendo: «La voglia di trionfare ha preso tutti. E ci hanno perso tutti».
Il foglio 5/2022