Ennesima tragedia in mare
Non possiamo stare indifferenti di fronte alla tragedia dei migranti che continuano a perdere la vita nel Mar Mediterraneo lungo la rotta che li avrebbe portati in Europa.
È intollerabile l'omissione di soccorso compiuta nei confronti dei sopravvissuti sbarcati il mese scorso a Pozzallo, che ha provocato la morte presumibilmente «di fame e di sete» di cure bambini di uno e due anni, un dodicenne e tre adulti. La Fondazione Migrantes della Cei, presieduta da mons. Gian Carlo Perego, denunciando la tragedia con fermezza, «auspica un rinnovato impegno politico e civile a favore di chi chiede e ha diritto a una protezione internazionale, perché questo diritto non finisca in fondo al mare, negato, con nuove vittime innocenti.
Una democrazia non può accettare che diritti fondamentali, come il diritto d'asilo, siano calpestati e ignorati». Anche Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, «rinnova l'appello alle istituzioni italiane e dei Paesi europei per la creazione di un sistema strutturato e coordinato di ricerca e soccorso in maree per l'attivazione di canali sicuri e legali di accesso». In base ai dati forniti dal Ministero degli Interni sono finora 66.323 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 43.043 mentre nel 2020 furono 21.198. Dei quasi 66.300 migranti sbarcati in Italia nel 2022, 14.136 sono di nazionalità tunisina (21%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Egitto (12.697, 19%), Bangladesh (10.016, 15%), Afghanistan (5.271, 8%), Siria (4.204, 7%), Costa d'Avorio (2.121, 3%), Eritrea (1.662, 3%), Guinea (1.540, 2%), Iran (1.513, 2%), Pakistan (1.487, 2%) a cui si aggiungono 11.676 persone (18%) provenienti da altri Stati.
Franca Cicoria, Rocca 15 ottobre