giovedì 27 ottobre 2022

LA GUERRA E' SEMPRE UNA MACELLERIA

 MACELLAI DI GUERRA

10 aprile 2022 Peacelink
Alessandro Marescotti

"Putin è un macellaio"così il presidente americano Biden durante l'incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia. Mentre leggevo queste parole pensavo al libro di Nick Turse:"Così era il Vietnam: spara a tutto ciò che si muove.
Il generale americano Julian Ewell era chiamato il "macellaio". La mutilazione dei nemici era tollerata. Ma perché i marines tagliavano a pezzi le vittime? Basandosi su documenti riservati e su testimoni americani e vietnamiti, Turse ricostruisce la storia. 
 Perché i soldati e i civili vietnamiti venivano tagliati a pezzi dai marines?
"Tiri su il suo body count o ha chiuso". Il generale Ewell incalzava senza pietà i suoi sottoposti in Vietnam con la conta dei morti. Era ossessionato. Nessuno doveva permettersi di abbassare il livello della sua divisione. 6.000 morti al mese come minimo, era l'obiettivo. Ne andava della sua reputazione di "macellaio" del Delta del Mekong. Tutto in Vietnam ruotava intorno al body count. Sulle pareti della mensa campeggiavano i punteggi settimanali di ogni soldato, in modo che tutti vedessero. E si regolassero di conseguenza. Se eri tra i primi avevi premi, licenze, casse di birra e altre piacevolezze. In caso contrario, stavi molto molto scomodo. Il sergente Roy Bumgarner pare ne abbia uccisi 1.500 da solo. E come lui, ce n'erano decine. "Uccidi, uccidi, uccidi", urlavano le reclute per tutto l'addestramento. "Spara a tutto ciò che si muove" era l'ordine dall'alto per le missioni. Disobbedire non era contemplato. La retorica della guerra in Vietnam ha riconosciuto My Lai come l'unico crimine di guerra commesso dai soldati americani. La strage di 500 donne, anziani e bambini, tutto un villaggio, compiuta nel 1968 è definita un caso isolato, opera di mele marce. Non è così. Basandosi su documenti riservati e sulle voci di testimoni oculari americani e vietnamiti, Turse costruisce il racconto della "sporca guerra".
Questa che avete letto è l'introduzione al libro di Nick Turse "Così era il Vietnam: spara a tutto ciò che si muove". Il libro lo troviamo su https://books.google.it/books e se ne possono leggere alcuni brani.
“Abbatterono a colpi di arma da fuoco vecchi seduti in casa loro, e bambini che correvano in cerca di un riparo. Lanciarono granate nelle abitazioni senza neanche preoccuparsi di guardare prima dentro. Un ufficiale afferrò una donna per i capelli e le sparò a bruciapelo un colpo di pistola. Un'altra donna che usciva di casa con un neonato in braccio fu abbattuta sul posto. Un altro soldato aprì il fuoco con il suo fucile M-16 sul fagottino indifeso caduto a terra. In quattro ore, metodicamente, gli uomini della compagnia Charlie massacrarono più di cinquecento vittime indifese, uccidendo gli abitanti del villaggio uno o due alla volta, oppure a piccoli gruppi, e raccogliendone molti altri in un canale di scolo, che poi tramutarono in un orrendo mattatoio. Tutto questo avvenne senza incontrare alcun ostacolo, tanto che si presero una pausa di riposo per pranzare, nel bel mezzo della carneficina. Oltre a uccidere, stuprarono donne e ragazzine, mutilarono cadaveri e diedero sistematicamente fuoco alle case, e per finire inquinarono l'acqua potabile della zona".
Fare i "macellai", in Vietnam, era non un'espressione di semplice sadismo: era una prassi consolidata.
Quando ho visto la parola macellaio detta in tono di accusa da un presidente degli Stati Uniti che queste cose dovrebbe conoscerle ho pensato:"Da che pulpito viene la predica"