venerdì 28 ottobre 2022

LA MEMORIA DEI DEFUNTI: LA PAURA DI PARLARE DELLA MORTE

 La fede cristiana, con buona pace di Dante Alighieri che ci ha lasciato una straordinaria opera poetica con tanto di inferno, purgatorio e paradiso e con buona pace della gerarchia cattolica, che ha inventato tutta la teologia  del suffragio (messe, rosari, indulgenze,veglie ed espiazioni...) ci dice una cosa sola : Dio ci accoglie nel suo mistero di amore come solo Lui può fare. 

Nel mio libro "Quando i fratelli se ne vanno" ho presentato l'essenza della fede cristiana davanti alla morte: c'è solo l'amore di Dio che perdona ed accoglie, senza i passaggi intermedi del purgatorio. Chi fosse interessato  troverebbe in quel libro tutti i passaggi che la gerarchia ha creato per inventare la teologia, le pratiche  e le messe di suffragio.

Nel XVI secolo cominciò a diffondersi il rosario in occasione della morte. 
E' bene ritornare all'essenziale: sapere e credere che la nostra vita finisce nelle mani di Dio, come solo Lui sa. Noi in tale occasione, non preghiamo per la salvezza del defunto, ma perché Dio confermi a ciascuno/a di noi che non ci abbandonerà nella morte: fiducia in Lui.

E' buona cosa ricordarci dei nostri morti perché ciò ci aiuta a pensare con fiducia alla nostra morte e ad alimentare la nostra fede in Lui.
Il pensiero della morte, per me ricorrente e pacifico, mi regala tanta serenità e tanta pace: so per fede che vado a finire bene.
E certamente il ricordo di chi ci ha preceduto ci fa riandare con gratitudine al bene che da loro abbiamo ricevuto e conservarne la buona testimonianza.
Talvolta anche il pensiero di un po' di riposo, mette in evidenza un lato buono della morte.
Tutto questo, in virtù della nostra umanità, non toglie la paura del dolore e della sofferenza che negli anni della vecchiaia si accentuano.
La fede mi ha tanto  aiutato a fare pace con sorella morte.
Franco Barbero