venerdì 28 ottobre 2022

MALTA : RESPINGIMENTI ILLEGALI MA ALL'ORDINE DEL GIORNO

 «Malta ha respinto 23 migranti in Egitto». La denuncia delle Ong

Giansandro Merli
Il Manifesto 20/10

«Avrebbero dovuto prenderli loro». «Malta ha deciso di mandare le persone in Egitto». 
A parlare è un membro dello staff del centro di coordinamento del soccorso marittimo del Cairo in una telefonata con Sea-Watch. L’Ong sta cercando conferme su quanto avvenuto tra il 22 e il 26 settembre nell’ampio tratto di mare tra l’ex colonia inglese e il paese nordafricano. E le trova.
Per Medici senza frontiere, Sea-Watch, Mediterranea e Alarm Phone non ci sono dubbi: le autorità di La Valletta hanno coordinato un respingimento illegale terminato a Port Said, violando il principio di non refoulement previsto dalla Convenzione di Ginevra. Interpellate dal manifesto le Forze armate maltesi (Afm), responsabili dei soccorsi, non hanno comunicato le informazione richieste.
Per ricostruire i fatti, dunque, c’è solo la cronologia delle Ong, secondo cui intorno alle 14.30 del 22 settembre una barca con 23 migranti ha chiesto aiuto. A bordo molti egiziani e qualche siriano. Il centro di coordinamento maltese è informato ma rifiuta di collaborare. In quel momento Msf, che per prima si è messa a lavoro sul caso, ha la Geo Barents in mare. La nave, però, è molto lontana dalla barca in difficoltà che secondo le coordinate diffuse dalle organizzazioni non governative si trova, in una delle posizioni comunicate, a 144 miglia da Malta e 159 dall’Italia. A sud-est delle loro coste. Il punto è nelle acque internazionali della zona Search and rescue (Sar) su cui La Valletta ha la responsabilità dei soccorsi.
Non è chiaro da dove siano partiti i migranti. Vista la posizione potrebbe trattarsi delle coste libiche più orientali, attorno a Benghazi, o della Turchia. In entrambi i casi il tipo di imbarcazione è anomalo. L’aereo Sea-Bird 2, di Sea-Watch, la avvista la mattina del 23 settembre e la descrive come «una barca in legno grigia con sopra circa 20 persone» alla deriva. I mezzi che partono dalla Cirenaica sono in genere dei pescherecci di dimensioni maggiori e trasportano molte più persone. Dalle coste turche, invece, si muovono soprattutto velieri.
Il percorso della Shimanami Queen dopo il soccorso dei migranti tracciato dalle Ong
Il percorso della Shimanami Queen dopo il soccorso dei migranti tracciato dalle Ong
In ogni caso se il luogo di partenza è sconosciuto, è certo quello di arrivo: Port Said, in Egitto, lontano 760 miglia nautiche dal punto in cui è stato chiesto aiuto (circa 1.400 chilometri). Le persone vengono soccorse dal mercantile Shimanami Queen. Non per caso, ma per indicazione delle autorità maltesi. Che già il 23 mattina avevano confermato all’equipaggio di Sea-Bird l’assunzione del coordinamento del caso. E dunque delle responsabilità sul soccorso. Le Ong accusano La Valletta di aver atteso l’arrivo di un mezzo diretto in Egitto per il trasbordo dei migranti, dopo aver ordinato a tre navi presenti in zona – Gaz Serenity, Chinagas Legend e Hafnia Tagus – di fare da scudo al barchino. Senza intervenire e senza comunicare con l’aereo di Sea-Watch.
L’utilizzo di navi private da parte di Malta per effettuare respingimenti illegali, principalmente in Libia, è stato denunciato da inchieste giornalistiche di The Guardian e Avvenire. Fatti di questo tipo sono accaduti anche in Italia, dove il 13 ottobre 2021 il tribunale di Napoli ha condannato per la prima volta il capitano di un’imbarcazione commerciale per aver ricondotto a Tripoli 108 migranti salvati in mare. L’episodio risale alla fine di luglio 2018 e riguarda la Asso 28.
Nel Mediterraneo centrale, intanto, continuano i soccorsi. Ieri la Geo Barents è arrivata davanti alle coste siciliane con 293 naufraghi. Ha chiesto il porto. Verso sud si sta dirigendo in queste ore la Ocean Viking. Oggi, invece, nel porto di Genova sarà presentata la Life Support, nuova nave di Emergency. L’Ong fondata da Gino Strada conta di tornare in mare a novembre.