sabato 5 novembre 2022

"AMACA " DI MICHELE SERRA

 I fantasmi del “me ne frego”

DI MICHELE SERRA
La Repubblica 30/10

Le prime due intenzioni leggibili del governo Meloni sono l’agevolazione delle transazioni in denaro contante e una specie di dichiarazione di “fine Covid”, con conseguente vituperio per i precedenti governanti (in specie il ministro Speranza) che osarono promuovere misure restrittive. 
È un pessimo inizio, che di conservatore non ha nulla, e sposa piuttosto le turbolenze antistatali e demagogiche della destra meno presentabile e – va aggiunto, perché è importante – meno intelligente.
Poiché tutto sembra procedere, in questa legislatura, molto velocemente, è probabile che, di questo passo, sapremo prima del previsto se Giorgia Meloni ha qualche possibilità di costruire una destra di governo “all’europea”, repubblicana e munita di senso dello Stato, oppure se è destinata a soccombere alla parte più retriva del suo entourage, dei suoi alleati e infine di se medesima.
Un vero e proprio richiamo della foresta trasuda dai rumori e dagli umori di questi primi giorni di governo.
 Non ci sono i saluti romani ma c’è una voglia matta di regolare i conti con norme e misure considerate “oppressive”, dalla tracciabilità dell’economia alla vigilanza sulla salute pubblica. 
È il vecchio “me ne frego”, considerato uno slogan liberatorio, da sempre, soprattutto da chi frega gli altri.
A proposito di conti da fare con la propria storia politica, forse è proprio dal “me ne frego” fascista che la destra di governo dovrebbe cominciare a ripensare se stessa.
 In coda: tutta la mia solidarietà, per il poco che conta, al ministro Speranza, che ha cercato di fare il suo dovere, e di ascoltare la scienza, nei giorni della tempesta.