martedì 8 novembre 2022

CHE VIVA LA VITA!!

 Che viva la vita! La scommessa dei brasiliani alle elezioni presidenziali

DOC-3209 BRASILIA-ADISTA. «Il quadro generale è gravissimo. Il Brasile non va bene! La fame e l'insicurezza alimentare sono uno scandalo per il Paese, secondo maggiore esportatore di alimenti nel mondo, già castigato dall'alto tasso di disoccupazione e sottoccupazione. Assistiamo esterrefatti, ma non inerti, all'incuria criminale della Terra, nostra casa comune. In questo sistema vorace di "sfruttamento e degradazione constatiamo la dilapidazione degli ecosistemi, il disprezzo dei diritti dei popoli indigeni, dei quilombolas e rivieraschi, la persecuzione e la criminalizzazione di leader socio-ambientalisti, la crescente precarietà delle azioni di lotta ai crimini contro l'ambiente e progetti parlamentari disastrosi contro la casa comune».

Queste poche righe, tratte dal "Messaggio al popolo brasiliano" che a fine aprile scorso ha concluso la 59° assemblea episcopale del Paese latinoamericano, sono appena esplicative del disastro totale in cui il Brasile versa a causa dei quattro anni di governo di Jair Bolsonaro e che i vescovi descrivono con estrema puntualità e durezza (https://www.cnbb.org.br/mensagem-povo-brasileiro-fe-esperanca-compromisso-vida-brasil/). Non citano le elezioni, i vescovi, ma questo è il contesto nel quale vanno lette le loro parole oggi, a pochi giorni dalla scelta del nuovo presidente della Repubblica, cui i brasiliani sono chiamati il prossimo 2 ottobre.

Il “duello" sarà fra Bolsonaro e Luiz Inácio Lula da Silva. I sondaggi dicono che la maggioranza ha già deciso: quello reso noto il 18 settembre, per ora I'ultimo, dà Lula al 45% contro il 33% a Bolsonaro (fra il 7 e l'8% gli altri candidati più in evidenza). La scelta è, secondo l'eco-teologo Leonardo Boff, fra la «biofilia, l'amore per la vita», che sostanzia la proposta politica di Lula e la necroflia di cui è stato veicolo e nocchiero Bolsonaro adducendo fame povertà e morte per milioni di brasiliani. E bisogna batterlo al primo turno il presidente uscente perché, sostiene il filosofo e politologo brasiliano Emir Sader, la scelta è lineare e unica, passa tra «bolsonarismo e antibolsonarismo». Di seguito le riflessioni di Boff e di Sader.

Eletta Cucuzza, Adista 1 ottobre