martedì 13 dicembre 2022

LA PAROLA

 RESPIRO

Evelina Santangelo
L'Espresso 11/12

Impoverimento dei suoli, diminuzione della biodiversità. 
I delicati equilibri della natura sono costantemente minacciati dalla nostra incuria, avidità e anche stupidità visto che noi di questi ecosistemi facciamo parte.
Il grande polmone del pianeta, la foresta amazzonica nell'ultimo decennio ha emesso più anidride carbonica di quanta ne ha assorbito.
E questo perché la foresta pluviale è sottoposta a stress climatici, cioè a un aumento della temperatura e a una diminuzione delle precipitazioni che portano alla morte gli alberi più grandi.
Qualcosa che va ben aldilà della deforestazione e prende il nome di degradazione.L'altro grande polmone del pianeta, il polmone  blu della pianta della Posidonia oceanica che vive nel Mediterraneo e le cui praterie si estendono per circa 12.000 km² sequestrano alte quantità di anidride carbonica e le trasformano in ossigeno al pari delle foreste terrestri, un processo ecologico vitale che apporta una delle maggiori produzioni di carbonio e ossigeno in tutto l'ecosistema marino.
La perdita delle praterie di Posidonia è addirittura quattro volte maggiore rispetto alla distruzione delle foreste tropicali di tutto il mondo, una distruzione forse meno nota e meno visibile, ma altrettanto grave per il futuro del pianeta.Perdere questi due polmoni, terrestre e marino, è quel tipo di male che non si vede ma che investe le nostre vite quotidianamente, rendendole sempre più fragili e in balia di fenomeni estremi che ogni volta ci prendono di sorpresa, come perenne smemorati.
Rischiamo di perdere il respiro e non ce ne rendiamo conto.