RESPIRO
Evelina Santangelo
L'Espresso 11/12
Impoverimento
dei suoli, diminuzione della biodiversità.
I delicati equilibri della
natura sono costantemente minacciati dalla nostra incuria, avidità e
anche stupidità visto che noi di questi ecosistemi facciamo parte.
Il
grande polmone del pianeta, la foresta amazzonica nell'ultimo decennio
ha emesso più anidride carbonica di quanta ne ha assorbito.
E questo
perché la foresta pluviale è sottoposta a stress climatici, cioè a un
aumento della temperatura e a una diminuzione delle precipitazioni che
portano alla morte gli alberi più grandi.
Qualcosa che va ben aldilà
della deforestazione e prende il nome di degradazione.L'altro grande
polmone del pianeta, il polmone blu della pianta della Posidonia
oceanica che vive nel Mediterraneo e le cui praterie si estendono per
circa 12.000 km² sequestrano alte quantità di anidride carbonica e le
trasformano in ossigeno al pari delle foreste terrestri, un processo
ecologico vitale che apporta una delle maggiori produzioni di carbonio e
ossigeno in tutto l'ecosistema marino.
La perdita delle praterie di
Posidonia è addirittura quattro volte maggiore rispetto alla distruzione
delle foreste tropicali di tutto il mondo, una distruzione forse meno
nota e meno visibile, ma altrettanto grave per il futuro del
pianeta.Perdere questi due polmoni, terrestre e marino, è quel tipo di
male che non si vede ma che investe le nostre vite quotidianamente,
rendendole sempre più fragili e in balia di fenomeni estremi che ogni
volta ci prendono di sorpresa, come perenne smemorati.
Rischiamo di perdere il respiro e non ce ne rendiamo conto.