lunedì 12 dicembre 2022

QUANDO MARE E MONTAGNA SONO VICINI...

 Una montagna nel mare

Derio Olivero
Eco del Chisone 30/11

Sono a Spotorno con i vescovi del Piemonte. Cinque giorni di lavoro intenso.
Oggi ho saltato pranzo e ho fatto una camminata. Sembrava primavera.Sole, caldo, brezza leggera, cielo limpidissimo.Ho percorso un bel sentiero dietro Varigotti.Una ripida salita, poi una simpatica camminata a strapiombo sul mare con un panorama mozzafiato. Ho ammirato gli alberi, gli arbusti, le insenature e l'orizzonte.Ho gustato il silenzio, accompagnato dal sussurro del mare. 
Ad un certo punto mi sono fermato su un poggio particolarmente esposto. Là, in fondo, la montagna si tuffava in mare e il mare accarezzava con tenerezza la montagna.Una scena dolcissima.
Nella mia testa, da sempre, la montagna è totalmente diversa dal mare. Siamo soliti dividerci tra amanti della montagna e amanti del mare. Mondi molto lontani.
Qui invece sto camminando in montagna e sono in riva al mare.E là, in basso la montagna gioca con il mare. Il mare la accarezza. Sembrano due innamorati. 
In silenzio, abbracciati. Mi fermo, rapito da questo spettacolo.In cuore ho le parole di un articolo letto in mattinata, di Daniele Hervieux Léger una sociologa che apprezzo da anni.
Parla del suo ultimo libro "Vers l'implosion?" Dove descrive il rischio che sta toccando la chiesa di Francia: implodere.
Mi ha colpito, anzi preoccupato.L'autrice parla del sistema difensivo della chiesa. Da oltre quattro secoli la chiesa gioca a difendersi. Si difende dai protestanti, dalla scienza, dalla rivoluzione francese, dal modernismo.
Il sistema difensivo è diventato ormai uno stile. Noi abbiamo le verità e le difendiamo dagli altri.Ogni giorno ci impegniamo a difendere le verità dagli altri.Così si generano nemici.
Ci siamo noi gli altri: noi che abbiamo le verità e gli altri che sono senza verità , fuori dalla verità.Due entità distanti.
 Due realtà parallele, la chiesa e la società.Due mondi che non comunicano.Da un lato, la società che sente la chiesa violenta nel suo proporsi, nel suo barricarsi.
Dall'altro la Chiesa che non capisce il mondo, lo sente lontano, incomprensibile.Siamo diventati vicendevolmente estranei.
Tante persone ci percepiscono estranei, astrusi, astratti, antichi, muti.Non capiscono la nostra lingua.Chiesa e società sono distanti come la montagnae  il mare.
Ma ora, guardando là in basso, vedo il mare che gioca con la montagna.sono amici, appartengono alla stessa terra. Stanno bene insieme. Certo sono diversi eppure abbracciati.Che meraviglia! Siamo tutti abitanti della stessa terra.
Tra noi le somiglianze sono più delle differenze.Tra cattolici e valdesi e più ciò che unisce che ciò che divide. Tra credenti e non credenti è più grande la somiglianza che la differenza.Tutti portiamo in cuore sogni, ferite, dolori, amori, fatiche.Dobbiamo imparare a giocare insieme, come fanno oggi davanti a me la montagna e il mare. Dobbiamo smettere di difendere le nostre verità e imparare ad ascoltare, incontrare, condividere.Dobbiamo fare il salto dal sistema difensivo al sistema accogliente.Solo così torneremo a parlare la lingua degli umani.Come faceva Gesù. Non difendeva verità ma ascoltava domande.Non difendeva verità ma ascoltava storie.Non difendeva verità, ma donava cura e speranza.Non difendeva neppure se stesso ma si sedeva con tutti e li prendeva sul serio.La montagna là in basso non diventerà mai mare. Ma non smette di giocare con il mare. E sta ad ascoltare il suo sussurro.