Una fede per nulla
Derio Olivero
Eco del Chisone 7/12
Questa
sera ho celebrato l'Unzione degli infermi per un amico gravemente
malato. E' difficile stare vicino a una persona che sta morendo. Tutto
viene messo in questione. Tutto viene messo alla prova: progetti,
pensieri, sogni, valori, fede. Tutto vacilla, scricchiola. Tutto sembra
spezzarsi sotto il peso di questa nemica tragica ed insensibile. Ora sono
qui nel mio studio. E' notte fonda. Penso al mio amico che sta portando
avanti la sua battaglia con la morte. Vorrei fare qualcosa. Provo un
incredibile senso di impotenza. Mi rendo conto che la morte è una prova
della fede. Nell'impotenza mi accorgo che solo un Dio ci può salvare. Di
fronte alla morte solo un Dio ci può salvare. Ecco la forza dell'Unzione
degli infermi: un aiuto concreto per mantenere viva la fiducia che la
morte non vince, non vincerà, che la morte non è e non sarà l'ultima
parola.
Quando sono stato ammalato di
covid, sospeso tra la vita e la morte, il pensiero di aver ricevuto
l'Unzione mi consolava e mi donava fiducia. Sapevo di non aver mezzi per
vincere la morte, ma era certo che la morte non avrebbe avuto ultima
parola. Questa era la mia forza in quell'estrema debolezza. Ero certo che
Dio continuasse ad agire anche quando capivo che non c'era più niente da
fare. Ero certo che Lui avrebbe agito anche fosse giunta la
morte. Proprio questo mi ripeto questa sera: Dio fa vivere anche quando
la morte distrugge e vince. La morte affina la nostra fede, ci porta a
credere per nulla, ci porta a fidarci di Lui anche quando non tocchiamo
miracoli. Ci fidiamo non perché vediamo, ma perché abbiamo visto che Lui è
più forte della morte. Ora sono qui, nella notte. Mi fido del sole anche
se sono al buio. Mi fido del sole non perché lo vedo, ma perché l'ho
visto tante volte sorgere. Con le sue infinite aurore si è guadagnato la
mia fiducia. Ora non mi spavento più del buio (come da bimbo) perché ho
imparato a fidarmi del sole. La stessa cosa faccio questa sera con Dio.
Di fronte alla morte Lui sembra così lontano, appare tramontato. Ma Lui
si è conquistato la mia fiducia e dunque ancora una volta mi fido di
Lui.In dicembre festeggiamo vari martiri: Santa Barbara, Santa Lucia,
Santo Stefano. Il 13 dicembre andremo alla splendida cappella di Santa
Lucia delle Vigne per una celebrazione e una benedizione. Penso ai
martiri: persone che hanno avuto il coraggio di lasciarsi inghiottire
dalla morte in nome di una fede. Erano piccoli e impotenti come noi. Ma
avevano in cuore una passione enorme, una certezza incredibile. Non erano
integralisti, non cercavano di imporre nulla. Erano entusiasti e
liberi. Appoggiati su Qualcuno capace di reggere e dopo secoli ancora ci
indicano la strada.
Vero credente non è
chi diffonde ed impone le proprie verità ma che mantiene fiducia anche
nella tragedia. Chi sa credere per nulla, con umiltà e passione. Non
impone, ma si espone. Non pretende, ma offre, non impone doveri ma
regala la speranza. Ecco una meravigliosa strada per noi oggi. Buon
cammino.