mercoledì 4 gennaio 2023

L'ETERNO RITORNO....

 L’eterno ritorno del demonio

nella Chiesa

DI CORRADO AUGIAS
La Repubblica 3/1

Nel colloquio con Ezio Mauro, monsignor Georg Gänswein ha pronunciato parole sorprendenti non solo perché desuete ma per le implicazioni che comportano. «In Vaticano, ha detto, il diavolo ha agito contro Benedetto XVI». In morte di un pontefice che, comunque lo si giudichi, avrà certamente un posto nella storia del cristianesimo, si riaffaccia dunque l’eterno nemico: il diavolo o demonio, Satana, Lucifero, Belzebù, il principe di questo mondo, l’angelo ribelle, il Maligno, l’incarnazione del male. Si è trattato di un richiamo toccante e inquietante. 
Che io ricordi, l’ultimo richiamo alla malvagità demoniaca, è stato quello di un turbatissimo Paolo VI che nel remoto 1972 ebbe il presentimento che qualcosa di molto negativo aveva cominciato ad investire la Chiesa. In una lettera venuta alla luce tempo dopo, evocò anch’egli il demonio: «Si direbbe — scrisse — che da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. C’è il dubbio, c’è l’incertezza, c’è la problematica, c’è l’inquietudine...». Interrogativi angosciosi che sono ancora lì, anzi oggi forse più gravi di quanto fossero mezzo secolo fa.
Anche il principe delle tenebre, a dispetto del luminoso nome di Lucifero, è ancora in azione. Satana (dalla radice ebraica stn )affonda le sue radici nell’apocalittica giudaica, ha completato la sua fisionomia nella teologia cristiana, ha imposto la sua presenza nei secoli, mutevole, versatile, astuto, invincibile — soprattutto: necessario.
Il teologo inglese John Wesley non senza ragione si chiedeva già nel XVIII secolo: «Come avrebbe potuto, un Dio perfetto, creare un mondo così pietoso?». Senza diavolo non c’è Dio, e viceversa. Senza diavolo non esiste giustificazione all’eterno problema, mai risolto, della presenza del male nel mondo.Unde malum? si chiedeva già sant’Agostino. Dov’era Dio mentre i nazisti sterminavano milioni di esseri umani? si è chiesto il filosofo Hans Jonas nel suo importante saggio Il concetto di Dio dopo Auschwitz . 
Come può un Dio onnipotente e infinitamente buono consentire che tali efferate crudeltà avvengano senza battere ciglio (per così dire), come permettere che venga crudelmente sovvertito l’ordine della sua creazione? Il diavolo è la risposta.
Fino a quando i filosofi si sono impegnati nella metafisica — ormai non più molto frequentata — determinare natura e funzioni del diavolo è stato un tema frequente e non trascurabile. Supporre che lo spirito “buono” (cioè Dio) fosse più potente del malvagio (il demonio) altro non era che la personificazione di una speranza, una sete di miglioramento senza le quali il male dilagante sarebbe risultato intollerabile. 
Se si accetta questo punto di vista, è chiaro che il declino del diavolo, i richiami sempre più rari ad un suo concreto agire nel mondo, sono il sintomo che un declino parallelo investe anche il suo opposto, cioè l’idea di Dio. Dunque, ben venga il richiamo di monsignor Georg anche se insinuare che il demonio possa agire all’interno stesso delle mura leonine è un’ipotesi di inaudita gravità. Se non l’avesse avanzata un monsignore così autorevole, se quelle parole fossero state pronunciate da un “miscredente laicista” si sarebbe potuto parlare di un voluto attacco alla santità della Chiesa.
Pochi anni fa, 2018, anche papa Francesco, aveva evocato il diavolo nella sua esortazione Gaudete et exultate . In modo diverso, però. Aveva ripreso l’argomento che la presenza del demonio è necessaria. Argomentava che non ammettere l’esistenza del demonio vuol dire concepire la vita «solo con criteri empirici e senza una prospettiva soprannaturale ». Al contrario, la convinzione che il potere del Maligno è presente in mezzo a noi, permette di capire perché il male a volte sembri prevalere. Il poeta e pensatore Charles Baudelaire è stato uno dei pochi che ha saputo parlare di Dio sotto un cielo senza divinità. Suo è uno dei più celebri aforismi sul diavolo: «La mossa più bella e astuta del diavolo è farci credere che lui non esista». Argomento inconfutabile dal momento che più ci si affanna a dimostrare che non esiste, più quell’affanno conferma la sua esistenza. Infatti, prima dell’ultimo richiamo di padre Georg, il diavolo era stato relegato a qualche pia esortazione come quella di papa Francesco, un’indifferenza che è il suo vero pericolo.
Resta la letteratura, ovviamente, e di tanto in tanto il cinema dove gioca la trasformistica duttilità della sua figura. Nel Medioevo lo immaginavano con le corna, la coda, un forcone in mano, magari dipinto di verde come i demoni immaginati da Luca Signorelli nella cappella di san Brizio (Duomo di Orvieto). Il tempo lo ha cambiato. In Dostoevskij il diavolo che va di persona a parlare con Ivan Karamazov è una specie di gentiluomo russo sulla cinquantina «un po’ brizzolato, i capelli lunghi e folti, la barba tagliata a punta, la giacca marrone di buon taglio ma un po’ lisa...».
Anche Michail Bulgakov nel geniale Il maestro e Margherita immagina il diavolo, di nome Voland, come un gentiluomo straniero che come l’Ebreo errante tutto ha vissuto, tutto ha visto. Per esempio, assicura di aver assistito al processo di Gesù a Gerusalemme. In realtà la sua presenza nell’intreccio serve — ancora una volta — a spiegare la necessità del male.
Oppure, altro esempio, come negare che il personaggio di Kurz nel romanzo Cuore di tenebra di Conrad sia in realtà un’incarnazione demoniaca? Quanto a Thomas Mann, riprende nel suo Doctor Faustus il tema di Faust con il musicista Adrien Leverkhun che ha venduto la sua anima in cambio di qualche decennio di creatività.
Insomma, cacciato dalla vita, il diavolo ha trovato per un paio di secoli un comodo alloggio nella letteratura almeno fino a quando la trascendenza è rimasta un apprezzato tema narrativo caro a molti. 
Tra questi, il nostro fragoroso bardo Giosuè Carducci. Acceso anticlericale, a 28 anni, si divertì a dedicare a Satana un intero Inno: A te disfrenasi il verso ardito, te invoco, o Satana, re del convito. Via l’aspersorio, prete, e il tuo metro!
No, prete, Satana non torna indietro!