24 - DIVERSAMENTE CHIESA - settembre 2014
LETTERA A PAPA FRANCESCO ED ALLE COMUNITÀ CRISTIANE spedita al papa
Siamo una comunità cristiana che fa parte della chiesa. Non siamo certo difensori della struttura del pontificato romano, di cui anzi siamo critici, ma ci ritroviamo in molte delle posizioni chiaramente evangeliche di Papa Francesco: vita sobria, presa di distanza da certe operazioni finanziarie e dallo Ior, condanna dello stile ricco e fastoso di alcune esperienze ecclesiali, presa di posizione contro i poteri mafiosi, contro la discriminazione dei diversi, dei minori e degli anziani, contro l’industria delle armi, contro il sistema del Dio denaro, apertura verso le religioni del mondo e verso i separati e divorziati.
Oggi, domenica 29 giugno 2014, nel corso della celebrazione dell’Eucarestia, la comunità ha ribadito che in questo momento il Vescovo di Roma rappresenta una voce profetica a favore dei più deboli e della pace. Tuttavia sentiamo che è sorto un clima di ostruzionismo e avversione allo svolgimento del ministero di Papa Francesco nell’opera di conversione ad una chiesa dei poveri. A ciò si aggiunge la silenziosa resistenza in varie chiese locali.
Pertanto desideriamo esprimere la nostra affettuosa solidarietà alla persona e all’opera del Vescovo di Roma e gli assicuriamo il nostro sostegno con la preghiera ed il nostro amore.
Invitiamo le comunità cristiane a far sentire la loro voce e ad esprimere vicinanza alla persona e all’opera pastorale di Papa Francesco anche diffondendo e aderendo a questa lettera.
Comunità
Nascente di Torino, comunitanascentetorino@gmail.
Hanno aderito, insieme a molti singoli cittadini:
Comunità cristiana di base di Pinerolo di Via città di Gap 13 - Progetto Gionata - Stefano Toppi della CdB San Paolo, Roma - Margherita Del Bene, Toscana/San Paolo, Roma - Noi Siamo Chiesa - Amalia Navoni, Coordinamento Nord Sud del mondo, Milano - Carla Dentella, Coop. Dar casa, Milano - Paolo Grulla, Gruppo Acquisto Solidale, Milano - Luciana Borriero e Cristina Huppleger, parrocchia S. Ilario, Milano - Noi Siamo Chiesa sez. emiliano romagnola - Comunità del Carmine, Voghera (PV) - Comunità Cristiana “Per le strade del mondo”, Olbia - La Scala di Giacobbe, gruppo credenti LGBTQI, Pinerolo (TO).
PER LA RIABILITAZIONE DI ERNESTO BUONAIUTI
Un appello alle gerarchie ecclesiastiche, ma anche al mondo laico, per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti, importante esponente del modernismo cattolico, teologo e storico della Chiesa di grande valore, innovatore ed anticipatore di molti temi e sensibilità che sarebbero maturati negli anni del Concilio. È l’appello promosso da Vittorio Bellavite, portavoce della sezione Italiana di Noi Siamo Chiesa, e Gianfranco Monaca, redattore di Tempi di Fraternità, che ha raggiunto 346 firme già al 1° agosto scorso di preti e laici, associazioni e movimenti, riviste, storici, teologi e intellettuali, giornalisti, esponenti del mondo cattolico e no.
Ordinato prete nel 1903, Buonaiuti fondò a soli 24 anni la Rivista storico-critica delle scienze teologiche e successivamente diresse la rivista Ricerche religiose. Entrambe vennero poste all'Indice e il 25 gennaio 1925 Buonaiuti venne colpito da scomunica, soprattutto a causa del suo sostegno alle tesi moderniste.
Ordinario di Storia del cristianesimo alla Sapienza di Roma, poté, nonostante la scomunica, esercitare comunque la libera docenza universitaria. Ma le sue posizioni anti concordatarie resero impossibile, dopo il 1929, la prosecuzione della carriera universitaria: il regime fascista lo esonerò dall’insegnamento assegnandolo a compiti extra-accademici. Finché nel 1931 la cattedra universitaria gli fu tolta definitivamente, per aver rifiutato di prestare il giuramento di fedeltà al regime.
Dopo la fine della guerra, nel 1945, Buonaiuti - che viveva la non facile condizione di intellettuale sgradito sia ai cattolici, perché scomunicato, che ai socialcomunisti, perché prete e intellettuale difficilmente inquadrabile - non fu reintegrato nel ruolo di professore ordinario come accaduto invece a molti altri suoi colleghi perseguitati dal fascismo. Per Buonaiuti valse l’applicazione retroattiva (il concorso lo aveva infatti vinto nel 1915) di una norma dei Patti Lateranensi che prevedeva il divieto, per un sacerdote scomunicato, di occupare una cattedra in una università statale. Stanco e malato, si spense a Roma il 20 aprile 1946.
Per il testo dell’appello:
http://www.italialaica.it/
Per adesioni: astensis@promotus.it; vi.bel@iol.it
XX SETTEMBRE 1870: PORTA PIA
Un anno fa il quotidiano on line italiano Linkiesta pubblicava il resoconto della mattinata del 20 Settembre 1870 a Roma scritto all’epoca da Edmondo De Amicis, presente all’evento:
“Era una bella giornata di tarda estate e splendido, da quella parte della città, il sistema di ville e giardini che contornava le mura già a partire da Sant'Agnese. I pontifici calarono sulle mura dei grandi materassi per diminuire l'effetto delle cannonate ma i moderni cannoni del IV corpo d'armata italiana comandata da Raffaele Cadorna, uno dei pochi generali cattolici dell'esercito regio, non ci misero molto a far crollare il grande e antico muro che difendeva Porta Pia. Più difficile e sanguinoso l'assalto alla baionetta dei bersaglieri a cui si opposero da posizioni riparate i mercenari pontifici. Dall'altra parte della città le batterie di Nino Bixio, uno dei generali del corpo d'armata, anche senza ordine esplicito del comando generale avevano rabbiosamente aperto il fuoco. Ci voleva molto meno per convincere Papa Mastai Ferretti, Pio IX, a cessare ogni ostilità e già a sera tutto l'esercito italiano era entrato in Roma accolto con entusiasmo dal popolo mentre i palazzi delle grandi famiglie papaline chiudevano i portoni. Li avrebbero tenuti chiusi per molti anni”.
Linkiesta concludeva il post con questa riflessione:
“Oggi assistiamo al sostanziale oblio della data del 20 settembre e del suo significato storico e politico. Sembrerebbe cosa poco grave nell'enorme confusione politica e costituzionale che stiamo attraversando ma è invece nello stesso tempo causa ed effetto di tutto ciò. Dovrebbe essere praticata una riflessione dagli uomini più pensosi e da tutti coloro che ritengono la Storia elemento sostanziale della vita di un popolo. Ce ne sarà ancora qualcuno?”.
Noi, a 144 anni dall’evento, mentre ricordiamo che il 20 settembre 1870, data della “breccia” di Porta Pia, segna insieme la fine del potere temporale dei papi e la nascita dello Stato laico italiano ed apre all’avvento di Roma capitale, ci chiediamo se il 20 settembre prossimo potrà finalmente essere occasione per una seria riflessione sulla laicità del nostro Stato o lasceremo ancora una volta che, per dirla con Luca Troiano, “un giorno in cui è stata scritta la Storia scorra placidamente come tutti gli altri?”.
L'anniversario del XX SETTEMBRE è stato festività nazionale fino alla stipulazione dei Patti Lateranensi del 1929, quando la ricorrenza fu cancellata da Mussolini per compiacere il Papa e mai più recuperata, nonostante svariate richieste in tal senso.
(continua)