venerdì 17 febbraio 2023

 

27 - DIVERSAMENTE CHIESA - dicembre 2014

 

È NATALE: DIALOGO TRA UN CRISTIANO E UN "NON SO" INSONNE

Perché, se Gesù è nato a Betlemme, lo chiamano "il Nazareno"?

Per intanto Gesù non è nato a Betlemme, ma più a nord, a Nazaret...

Già, ma il Vangelo ci dice…

Intanto i Vangeli sono quattro e solo due, i Vangeli di Matteo e di Luca, ci parlano della nascita di Gesù; Marco e Giovanni si occupano direttamente del Gesù adulto, itinerante per le vie della Palestina.

Ma allora, Betlemme, la grotta, la stella cometa…

Allora: Matteo e Luca, a posteriori, quando Gesù è morto oramai da qualche decennio sentono la necessità di dare a Gesù dei natali coerenti con quel che Gesù è stato per loro, con la sua vita, col suo messaggio. Ma, verosimilmente, quando Gesù nasce, nessuno se ne accorge…

Ma allora, è tutto inventato….

No, i "vangeli dell’infanzia" sono racconti, midrash, "costruiti" con chiaro intento allegorico ed apologetico. Così Gesù nasce povero: poiché sulla sua strada incontrerà e sceglierà i poveri; Gesù nasce ed è perseguitato da Erode, poiché sarà proprio il potere politico del tempo a non perderlo mai di vista fino ad ucciderlo. Così "la strage degli innocenti" prefigura come sulla via di Gesù si incontrerà il sangue; allo stesso modo Gesù deve nascere a Betlemme, perché a Betlemme è nato David e secondo una profezia biblica il Messia deve essere suo discendente; far nascere Gesù a Betlemme significa sottolinearne la discendenza davidica. Poi: solo in Luca, Gesù già a 12 anni sfugge a papà e mamma che lo ritroveranno al Tempio mentre intrattiene i Dottori della Legge, perché Dio viene prima della stessa famiglia; così i Magi venuti da lontano sono i primi a riconoscere ed accogliere Gesù, segno del fatto che "i suoi non lo riconosceranno", infatti scribi, farisei e sacerdoti del posto lo vedranno con sospetto fino alla fine. Gesù poi sceglie i poveri, non la povertà in sé, non nasce povero, non è solo, ha una famiglia, ha una casa, il papà ha un lavoro, ha studiato, ha cultura, conosce perfettamente le Scritture, frequenta il Tempio.

I poveri in Israele erano altri: la vedova perché povera, la samaritana perché donna e straniera, l’emorroissa perché a quel tempo il flusso mestruale rendeva la donna impura, il ricco Epulone perché la ricchezza rende cieco l’uomo, il cieco nato e i lebbrosi perché emarginati … e così via.

Ma allora il presepe?

Facciamolo pure il presepe, sapendo però cosa stiamo facendo e non come pannicello caldo per anestetizzare i nostri cuori e le nostre menti, ma per fare memoria dell’inizio di una vicenda che ha segnato in profondità l’umanità. E quando metteremo nel presepe il castello di Erode ricordiamo che…

… ho capito, ho capito, non ricominciamo.

 

Secondo voi, cari lettori, dei due chi è il cristiano e chi il "non so" insonne? quello che fa le domande o colui che dà le risposte? E voi chi vi sentite di essere? Io, per parte mia, credo di essere a volte l’uno a volte l’altro. Importante è mai cessare di porsi domande e lasciarsi contagiare dal dubbio…

 

PER APPROFONDIRE

A. Serra - A. Valentini (a cura di), I Vangeli dell'infanzia, I. Atti della XXXI Settimana Biblica Nazionale, Ed. Dehoniane Bologna, 1992, e, in particolare, Ortensio da Spinetoli “I problemi di Matteo 1-2 e Luca 1-2”, alle pagine 7-44.

 

«PIÙ SI PARLA DI RELIGIONE… più si allontana una soluzione»

Dice lo scrittore israeliano Etgar Keret a proposito dell'incrudelirsi del conflitto in Palestina. Triste verità. Triste e paradossale: "religione" vorrebbe dire, etimologicamente, "ciò che lega insieme". Gli uomini ne hanno fatto un obbrobrioso veicolo di esclusione, discriminazione e ostilità reciproca. I nobili sforzi ecumenici di una minoranza di saggi di tutte le confessioni religiose è sopraffatto in ogni angolo del mondo dal fanatismo idiota e sadico di masse indottrinate da sacerdoti criminali, che usano il loro presunto Verbo come arma di supremazia politica e di sopraffazione razziale. Il concetto di "infedeli" è violento, violento quello di "popolo eletto", violento il suprematismo cristiano che ha sottomesso nei secoli i tre quarti del pianeta. Le tre religioni di Abramo grondano sangue. Lo spirito degli uomini, la loro ricerca di un collegamento ("religio") con la natura e con il mondo, il loro bisogno di concordia e di armonia non solo non trovano risposta nel dogma, ma ne sono costantemente impediti. Dove c'è dogma, non c'è ricerca. Guerra e religione sono sorelle, e il flebile lumino della coscienza laica, in quel falò, sparisce.

Michele Serra, la Repubblica 21 novembre


(continua)