L.E.F.: MAL DI TRASFERTA
Liberté, Égalité, Fraternité… Pace agli uomini di buona volontà: sì, certo, ma solo quando giochiamo in casa. In trasferta, i “nostri” VALORI di Occidente libero e civile si sbiadiscono, fino a scomparire del tutto, fino ad essere da noi traditi. Cosa ha sperimentato finora il mondo orientale, mediorientale e africano dei nostri VALORI? Quale volto dell’Occidente abbiamo mostrato quando siamo andati, e andiamo, a giocare in Iraq, in Afghanistan, in Libia, in Centrafrica, quando abbiamo diviso il loro mondo su una carta geografica col righello, quando abbiamo bombardato città e villaggi, fatto strage di intere popolazioni, deposto capi di stato più o meno legittimi, più o meno dispotici sempre secondo i nostri interessi del momento, quando abbiamo venduto le nostre armi a chi ora ci attacca, quando abbiamo finanziato quelli che oggi ci massacrano, perché ci serviva il loro petrolio? Cosa ci possiamo legittimamente aspettare dal loro comportamento nei nostri confronti?
È significativo, e ci deve far riflettere, quanto accaduto a Istanbul appena qualche giorno dopo gli attentati di Parigi, quando un intero stadio ha fischiato durante il minuto di silenzio in memoria delle vittime.
Per dirla secondo lo Zanzarino di questo numero di insonnia, “quello che fa la differenza è la misura in cui sportività e tifoseria si combinano”. “Mi sono chiesto - anch’io - quanto sportivo e quanto tifoso si dimostra ciascuno” di noi. Tenere per la squadra di casa, soffrire per le sue sconfitte è naturale, ma non fino al punto di non riconoscere i nostri falli di gioco, fino al punto di riprendere alla Tv solo le azioni fallose dell’avversario.
Piango le vittime del terrore e capisco il dolore dei parenti delle vittime e del popolo francese; tra terroristi e vittime non c’è che una scelta possibile. Mi sembra umano piangere un parente prossimo che muore, più di un vicino di casa. Ma i morti che facciamo noi in giro per il mondo non sono meno morti dei nostri, anche se quelli non li vediamo in TV, ma sono solo numeri che compaiono nei titoli di coda dei Tg, senza nome e senza storia. I loro parenti non sono meno parenti dei nostri, i loro popoli non sono meno popoli del nostro. Invece vedo che i morti non sono tutti uguali e mi chiedo: quanto valgono di più i nostri morti?
Tocca alla politica il compito di far valere la RAGIONE al di sopra delle reazioni dettate dalle emozioni e dalla commozione del momento. Spero vivamente che nella lotta al terrorismo, noi occidentali sapremo tener conto dei nostri VALORI, anche nelle nostre azioni in trasferta. Mi vengono in mente le parole di Papa Francesco quando, durante l’Angelus del 1 settembre 2013, auspicava lo scoppio della pace: “Vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra!”. Come può scoppiare la pace nel mondo, in tutto il mondo, quando oggigiorno in casa l’Occidente s’impegna a creare un mondo di pace, mentre in trasferta costruisce nuovi teatri di guerra? Quando l’Occidente riuscirà a creare internamente condizioni di pace e prosperità, senza dover rafforzare la propria economia, a danno dell’economia e della pace di altri popoli? Quando riuscirà ad essere coerente con i propri VALORI e a vivere in pace, libertà, uguaglianza e fraternità anche con i fratelli africani e orientali?
SORRISO AMARO
SONDAGGIO FAO
Sono usciti i risultati di un sondaggio mondiale effettuato per conto della FAO. La domanda era: "Dica onestamente qual è la sua opinione sulla scarsità di alimenti nel resto del mondo”. Nessuno è però stato in grado di rispondere, perché:
· gli europei non hanno capito cosa sia la "scarsità";
· gli africani non sapevano cosa fossero gli "alimenti";
· gli americani hanno chiesto il significato di "resto del mondo";
· i cinesi hanno chiesto maggiori delucidazioni sul significato di "opinione";
· nel parlamento italiano si sta ancora discutendo su cosa sia "onestamente".
IN PARADISO
Un rabbino ebreo si trova, nell'al di là, di fronte a san Pietro, che l'ha invitato in Paradiso. Dopo aver passato in rassegna tutti, dagli ebrei ai musulmani, dai buddisti agli indù, agli animisti, giunto accanto ad un alto muro, avendo chiesto a san Pietro perché raccomandasse di parlare sottovoce, si sente rispondere: “Ssst! Di là ci sono i cattolici, e credono di essere i soli!”.
da - Incontri
di "Fine Settimana" - Percorsi su fede e cultura di don Giacomo Giacomini,
parrocchia di Pallanza. (http://www.finesettimana.org)
(continua)
