IL BILATERALE PER L'ANNIVERSARIO DEI PATTI LATERANENSI
Italia-Santa Sede, dialogo proficuo
Parolin: preoccupa l’astensionismo
Guerra in Ucraina, Giubileo, famiglia, scuola, povertà, migranti. Questi i temi affrontati durante il tradizionale incontro bilaterale tra Italia e Santa Sede in occasione dell'anniversario della firma dei Patti Lateranensi ospitato a Palazzo Borromeo, sede dell'ambasciata italiana retta da Francesco Di Nitto. Assente la premier Giorgia Meloni per un'indisposizione, l'incontro ha visto, per la parte italiana, dapprima la presenza di alcuni ministri del governo, poi quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle altre alte cariche dello Stato. La delegazione vaticana era guidata dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Presenti anche i vertici della Cei: il cardinale presidente Matteo Zuppi e l'arcivescovo segretario Giuseppe Baturi. I colloqui sono «andati bene», e si sono svolti in un clima «sereno», ha riferito il cardinale Parolin al termine dell'incontro. Il porporato ha sottolineato che è stata registrata «coincidenza su alcuni temi e la disponibilità a lavorare insieme». «Siamo anche già un po' in ritardo» sul Giubileo ha osservato. In particolare, sulla guerra in Ucraina, il porporato ha evidenziato che sono state «registrate difficoltà di arrivare al cessate il fuoco». Si è poi insistito sull'«aspetto umanitario» che, ha annotato Parolin, «sta molto a cuore alla Santa Sede». Sulla famiglia, Santa Sede e governo, ha continuato il cardinale, hanno «concordato che c’è volontà di approntare misure strutturali per rafforzare il suo ruolo, anche nella società» alla luce della denatalità. «Non si è entrati in tematiche specifiche - ha aggiunto - ma si è rimasti sulle generali». Sul fronte migranti, ha detto Parolin, «da parte nostra abbiamo insistito sulla necessità di individuare percorsi di regolarizzazione dei flussi migratori».
Tajani ha spiegato che «sul tema delle migrazioni ci siamo confrontati, raccontando tutto ciò che stiamo facendo nel continente africano e anche nella rotta balcanica, l'impegno in Libia e in Tunisia, in Egitto e in Turchia proprio per arrivare auna situazione di stabilità e pacificazione, con un’attenzione particolare al continente africano, perché solo con una strategia a lungo termine si può risolvere definitivamente la questione dell'immigrazione».
«Non abbiamo parlato del tema del risultato elettorale, né abbiamo evocato la questione dell'astensionismo», ha poi dichiarato il cardinale Parolin, tuttavia, ha proseguito, «è indubbio che è una disaffezione che solleva molti interrogativi, soprattutto sui giovani, e che appare proprio come un richiamo alla politica». (G.C)
Il Fatto Quotidiano 15/2