"Le barriere sono inutili e costose. E la deriva europea è pericolosa"
La Repubblica 9/2
di ALESSANDRA ZINITI
ROMA — «A livello concreto un muro lungo una frontiera è solo un costo enorme e una sfida persa. Ma a livello politico, la deriva che ha preso la Ue rischia di portarci dritto verso un pericolosissimo estremismo».
Cesare Fermi, responsabile Italia ed Europa di Intersos una delle Ong da sempre più attive sulle rotte di terra, è preoccupato.
Sul tavolo del Consiglio europeo convocato per affrontare la questione dei flussi migratori sembra essere prepotentemente tornata l'ipotesi di alzare barriere fisiche alle frontiere. Come giudica questa spinta securitaria?
«Un grandissimo passo indietro, inutile e rischioso. Inutile perché comunque la gente continuerà ad arrivare, non io ma la storia ci racconta che i flussi migratori non si possono fermare, né per mare né per terra. Tantomeno con un muro. A meno che non ci si voglia trasformare in uno stato di polizia. E questo è il rischio che vedo».
Tra i 27, il fronte di chi lavora per un rafforzamento delle frontiere si sta ampliando. Pensa che l'Europa possa trasformarsi in uno stato di polizia?
«La direzione intrapresa mi sembra quella, l'irrobustimento di Frontex è un dato di fatto e l'onda che parte dalla Bulgaria o dalla Turchia si sta propagando velocemente. L'Europa ha già fatto un grosso errore».
Quale?
«La polarizzazione su una questione, quella dei diritti umani e del rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, su cui ci dovrebbe essere una convergenza assoluta.
Siamo partiti ormai più di vent'anni fa portando in giro per il mondo questi valori, e adesso si lascia spazio alla speculazione politica. È uno scandalo che in Europa, in Stati di diritto che hanno firmato tutte le convenzioni internazionali, si rimettano in discussione queste cose. È un enorme passo indietro che pagheremo caro: l'arbitrio politico-amministrativo che attenta alle garanzie di legge».
Si era partiti dall'esigenza comune di gestire i flussi migratori.
«E su questo siamo tutti d'accordo, ma certamente non a scapito dei diritti delle persone. L'Europa ha l'incubo del pull factor, ma è un assurdo. È chiaro che l'Europa stessa è un fattore di attrazione per chi proviene da Paesi in cui non si riesce più a sopravvivere. Ed è davvero incredibile come l'immigrazione, invece di essere considerata e gestita come opportunità, è oggetto di speculazione politica».
Le posizioni che erano di Orban sembrano sempre più condivise.
«Sì, non è più una questione di schieramenti. Persino in Italia la sinistra ha fatto provvedimenti di destra, per paura di perdere voti ma nessuno si propone come difensore di diritti. Quando ho cominciato a lavorare con le Ong eravamo considerati strumenti di apparato, oggi ci vedono come sovversivi».
Che vede all'orizzonte?
«Stiamo smontando le basi dei diritti, stiamo vendendo l'anima costituente della Ue. Si rischia di far vincere gli estremismi e con loro la paura»