Alla ricerca dell'isola sconosciuta
Un uomo andò a bussare alla porta del re e gli disse, datemi una barca.
La casa del re aveva molte altre porte, ma quella era la porta delle petizioni.
Siccome il re passava tutto il tempo seduto davanti alla porta degli ossequi (degli ossequi che si rivolgevano a lui, beninteso), ogni volta che sentiva qualcuno chiamare da quella delle petizioni si fingeva distratto, e solo quando il risuonare continuo del battente di bronzo diventava, più che palese, chiassoso, togliendo la pace al vicinato (cominciavano tutti a mormorare, "Ma che razza di re abbiamo noi, che non risponde"), solo allora dava ordine al primo segretario di andare ja informarsi su cosa mai volesse il postulante, che
non c'era modo di far tacere. [...]
Quando la donna delle pulizie domandò dallo spiraglio della porta, che cosa volete, l'uomo, invece di chiedere, come facevano tutti, un titolo, una decorazione, o semplicemente denaro, rispose, Voglio parlare con il re.
Sapete bene che il re non può venire, è alla porta degli ossequi, rispose la donna.
Allora andate a dirgli che non me ne vado finché non viene, personalmente, a informarsi su quello che voglio, concluse l'uomo,
e si sdraiò sulla soglia, avvolgendosi nel mantello per via del freddo.
Si poteva entrare e uscire solo passandogli sopra. [...]
Datemi una barca, disse l'uomo.
E voi, a che scopo volete una barca, si può sapere, domandò il re.
Per andare alla ricerca dell'isola sconosciuta
rispose l'uomo.
Sciocchezze, isole sconosciute non ce ne sono più.
Sono tutte sulle carte.
Sulle carte geografiche ci sono sovo le isole conosciute.
E qual è quest'isola sconosciuta di cui
volete andare in cerca.
Se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta.
Josè Saramago, Il racconto dell'isola sconosciuta, Einaudi, Torino, 1998.
Riforma, 14 luglio