giovedì 20 luglio 2023

ANCHE IN SVEZIA ASSISTIAMO AL TRAMONTO DELLA DEMOCRAZIA

 Svezia: via libera della polizia a bruciare la Torah, in nome della “libertà di espressione”

di Nathan Greppi

La polizia svedese ha accettato la richiesta di un 30enne di poter andare di fronte all’Ambasciata 
israeliana a Stoccolma per bruciare una Torah e una Bibbia cristiana il 15 luglio, per fare “una festa simbolica in nome della libertà di parola”. 
La sua richiesta è arrivata dopo che le autorità svedesi avevano permesso a un uomo di bruciare una copia del Corano: da qui, erano state avanzate 
altre domande di bruciare pubblicamente testi sacri, tra cui appuntla Torà.
Una decisione gravissima, quella della polizia svedese, che fomenta l’odio interreligioso e ha 
innescato dure reazioni, a cominciare dal presidente israeliano Isaac Herzog, che ha dichiarato: 
“Condanno inequivocabilmente il permesso concesso in Svezia di bruciare libri sacri. In qualità di presidente dello Stato di Israele, ho condannato il rogo del Corano, sacro per i musulmani di 
tutto il mondo, e ora ho il cuore spezzato che lo stesso destino attende una Bibbia ebraica, il libro eterno del popolo ebraico – ha detto il presidente -. Consentire la deturpazione di testi sacri non è un esercizio di libertà di espressione, è palese istigazione e atto di puro odio. 
Il mondo intero deve unirsi nel condannare chiaramente questo atto ripugnante”.
Molto duro anche il rabbino capo ashkenazita di Israele, David Lau, che in una lettera aperta al 
primo ministro svedese Ulf Kristersson scrive: “Sono rimasto inorridito nel sentire le intenzioni di un certo numero di civili residenti in Svezia, che intendono protestare di fronte all’ambasciata israeliana a Stoccolma, [in una] protesta che includerà l’incendio di una Torah. La questione più grave è, secondo la stessa notizia, che la polizia svedese ha approvato una cosa così grave e 
orribile, ovviamente con il pretesto della ‘libertà di espressione’. Alcuni mesi fa, i manifestanti in Svezia hanno bruciato un Corano davanti all’edificio dell’ambasciata turca. Questa di per sé è una cosa orribile e obbliga tutti a protestare con tutte le loro forze e a condannare una cosa del genere. 
Ma questo torto non giustifica un altro sbagliato; un atto spregevole non permette un altro atto spregevole. Vi invito a insistere con tutte le vostre forze affinché una cosa del genere 
non accada. La libertà di espressione non permette di fare tutto, e qualsiasi danno a ciò che è sacro per Israele non è espressione di libertà, ma di antisemitismo. Sono convinto che tutti sulla faccia di questo pianeta capiscano quanto siano gravi questi atti e li condannino”.
Anche il rabbino capo sefardita di Israele Yitzhak Yosef ha reagito, scrivendo una lettera al re di Svezia Carl Gustaf XVI. “Vostra Maestà, vi scrivo oggi con grande preoccupazione e profonda 
angoscia per un evento imminente che ha il potenziale per minare i valori di tolleranza, rispetto e libertà religiosa che ci stanno a cuore. Sono venuto a conoscenza del fatto che domani è stato 
concesso dalle autorità il permesso di bruciare la Sacra Bibbia davanti all’ambasciata israeliana a Stoccolma. Devo sottolineare che la nostra protesta non si limita solo al rogo della Sacra Bibbia. 
Condanniamo anche con veemenza il recente atto di bruciare il Corano davanti a una moschea. 
Come persone di fede, crediamo fermamente che due torti non facciano una ragione. 
È imperativo sostenere i principi del rispetto e della dignità reciproci, anche di fronte a disaccordi o tensioni tra le comunità”.
“Come forse saprà – continua Rav Yosef – il popolo ebraico sta attualmente osservando un periodo di tre settimane segnato dalla tristezza, che porta al solenne giorno del 9 di Av, il giorno 
più triste del calendario ebraico. Questo giorno serve a ricordare il rogo libri sacri nel tredicesimo secolo in Europa, che ha stabilito un tragico precedente per ulteriori atti atroci nel corso della storia. 
Il poeta tedesco Heinrich Heine una volta scrisse: “Coloro che bruciano libri, alla fine, bruceranno le persone”, un’affermazione che purtroppo si è manifestata in Europa durante la nostra vita. 
È evidente che la libertà di espressione non dovrebbe mai servire da giustificazione per perpetrare 
atti di crudeltà o incitare all’odio”.
“Vostra Altezza, faccio appello al vostro carattere nobile e alla vostra dedizione nel promuovere 
la pace e l’armonia tra tutte le persone. In qualità di leader della Svezia, un paese rinomato per 
il suo impegno per i diritti umani e la libertà religiosa, chiedo gentilmente che lei utilizzare la tua influenza per garantire che il rogo della Sacra Bibbia non abbia luogo. Impedendo che questo 
evento si verifichi, manderesti un potente messaggio al mondo che la Svezia si oppone fermamente 
all’intolleranza religiosa e che tali atti non hanno posto in un mondo civile società.”
Già a inizio luglio, quando la richiesta era stata avanzata, l’ambasciatore israeliano in Svezia 
Ziv Nevo Kulman aveva pubblicamente preso posizione contro questo gesto, scrivendo su Twitter: 
“Sono scioccato e inorridito all’idea che si brucino altri libri in Svezia, che si tratti del Corano, della Torah o di qualunque altro testo sacro. Questo è chiaramente un atto di odio che deve essere fermato”.
A gennaio un uomo di origini egiziane aveva chiesto di poter bruciare la Torah davanti all’Ambasciata israeliana a Stoccolma, ma la cosa era stata rimandata dopo che l’ambasciatore, le autorità svedesi e rappresentanti delle comunità ebraica e musulmana si erano mobilitati per impedirlo.