IL TESORO CHE CAMBIA LA VITA
44 Il regno dei cieli è
simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo
nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi
e compra quel campo.
45 Il regno dei cieli è simile a un mercante
che va in cerca di perle preziose; 46 trovata una perla di grande
valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
47 Il regno dei
cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni
genere di pesci. 48 Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e
poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i
cattivi. 49 Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e
separeranno i cattivi dai buoni 50 e li getteranno nella fornace
ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
51 Avete capito
tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52 Ed egli disse loro:
«Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è
simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e
cose antiche». Matteo 13,44-52
Il capitolo 13 del
Vangelo di Matteo comprende sette parabole ( il seminatore, la
zizzania, il granello di senape, il lievito, il tesoro, la perla, la
rete).
Quelle che leggiamo ora sono esclusivamente matteane, cioè
non si trovano negli altri vangeli.
IMPARARE A
DISCERNERE
Ricordo ancora con quanta e quale irruente e
compiaciuta retorica il parroco della mia infanzia spiegava, a modo
suo, la parabola della rete che coglie ogni genere di pesci. Alla
fine , dopo il lavoro di cernita dei pescatori, i pesci cattivi
separati dai buoni, verranno gettati via nella fornace ardente, "dove
sarà pianto e stridore di denti". Su queste ultime parole,
alzava il tono della voce.
Nel 1948 il confronto-scontro politico
tra democristiani e comunisti veniva tratteggiato così dal mio
parroco: votare comunista significava andare dritto nelle cosiddette
fiamme dell'inferno. Questa predicazione terrorizzante in certi
ambienti cristiani continua ancora oggi!
Quanti separati e
divorziati, quante donne che hanno dovuto abortire, quanti
omosessuali e lesbiche si sono sentiti rivolgere questo messaggio di
condanna ed esclusione.
IL MESSAGGIO
Il
messaggio di questa parabola, nel contesto culturale e linguistico
del tempo di Gesù, era ben altro.
Esso costituiva un forte
appello a vivere con discernimento, a distinguere con cura il bene
dal male. Pochi versetti prima lo stesso invito era rivolto nei
termini del grano buono e della zizzania.
Il cristiano adulto, la
cui fede è diventata più consapevole, non si separa dal mondo reale
cercando uno spazio - come se esistesse- in cui si trovino solo pesci
buoni e grano buono.
La fede non è fuga dalla realtà, ma è il
tentativo di scegliere il bene in presenza del male che troviamo in
noi e fuori di noi. Potremmo fare mille esemplificazioni: se cerco di
vivere l'amore verso i più deboli in un mondo in cui spesso dilagano
l'indifferenza e il disprezzo, se reagisco davanti alla cultura della
guerra e non mi rassegno al silenzio o alla lacrimuccia davanti al
televisore difronte alle quotidiane stragi di innocenti, allora
raccolgo l'invito della parabola.
Se nella chiesa, nella mia
realtà comunitaria locale, sono un praticante che si adegua ai riti
e ai luoghi comuni, ma non si impegna con senso critico perché la
comunità rinnovi il suo linguaggio e la sua testimonianza, la mia
fede diventerà lentamente più una routine che non un'appassionata
ricerca di un Vangelo che ogni giorno sollecita a nuove scelte.
TROVARE IL TESORO
Anche la
brevissima parabola del "tesoro nascosto nel campo" ha una
connotazione particolare. Qui si tratta di un uomo che, assolutamente
per caso, s'imbatte in un oggetto che, osservato attentamente, si
rivela un tesoro di tale pregio da cambiare la condizione della
vita.
Il campo della vita spesso è terreno monotono e arido, ma a
volte ci presenta, direi ci regala, delle occasioni, degli incontri,
delle esperienze, delle relazioni che aprono un orizzonte nuovo, che
ci propongono una svolta.
SAPER VEDERE E SCOPRIRE
Qui conta la capacità di vedere, di
riconoscere, cioè di "trovare e scoprire il tesoro". Può
succedere a ciascuno/a di non riconoscere il "tesoro", cioè
le opportunità di rinnovamento che Dio ci offre proprio dentro il
nostro quotidiano.
Se penso alla mia vita, debbo riconoscere che
non una sola volta ho trascurato, sottovalutato o non riconosciuto il
vero tesoro che mi si presentava. Forse spesso cerchiamo lontano
mentre la presenza del tesoro è a portata di mano.
"Beati
gli occhi che vedono", diceva Gesù ai suoi discepoli.
Spesso
pensiamo forse che il tesoro si trovi in "zone particolari",
in occasioni eccezionali, in "campi" straordinari.
No,
il tesoro è nel "campo" della nostra vita quotidiana
perché Dio ci viene incontro attraverso le gioie, i dolori, le
persone, le esperienze. La mia vita di tutti i giorni, sì... proprio
quella di tutti i giorni, con le sue molte contraddizioni, è il
luogo in cui Dio ha collocato il tesoro che può dar senso alla mia
esistenza.
Se non amo questo "campo" , passerò oltre
senza accorgermi del "tesoro" oppure lo cercherò dove non
posso trovarlo. Ma se nella mia vita non trovo il tesoro, se non lo
cerco, rischio di girare attorno a me stesso e alle mie voglie, alle
mode, alle futilità.
ANDARE ALLA RICERCA
La
parabola della perla preziosa, in realtà, mette in luce un altro
aspetto. Qui il protagonista umano è questo "mercante che va in
cerca". La perla di grande valore, che cambia radicalmente la
sua vita, che lo coinvolge nel "regno di Dio", viene
trovata dopo una appassionata ricerca.
La sottolineatura è
evidente per l'evangelista Matteo che scrisse alla sua comunità.
Strada facendo si può dimenticare che il messaggio di Gesù è un tesoro di cui Dio ci fa dono, ma ci si può anche addormentare in una concezione ambigua di tranquillo possesso, in cui si spegne la voglia di cercare ancora e sempre.
l'AVVENTURA DELLA FEDE
Questa è l'avventura della fede. Quando per
stanchezza o presunzione, si arresta la nostra decisione di "cercare
il volto di Dio", di cercare di vivere sul sentiero delle
beatitudini, la fede perde il suo potenziale di conversione e diventa
una pratica religiosa.
Gesù non ha smesso un giorno solo di
cercare Dio nella preghiera, nel confronto con i discepoli e le
discepole, nel suo impegno quotidiano con i più deboli della
società.
La sua "traccia" resta per noi pienamente
attuale.
Al termine di queste brevi riflessioni dobbiamo forse
domandarci: " Ma per me la fede nel Dio di Gesù è davvero il
tesoro, la perla preziosa, l'esperienza che incide in profondità e
in radicalità nelle scelte della mia vita oppure è un'abitudine o
un pio sentimento buonista?".
Solo io posso darmi una
risposta e ricollocare, se occorre, il Vangelo al cuore della mia
esistenza, al centro della mia vita. Il confronto comunitario serve a
trovare il coraggio di accettare questa domanda e la fiducia per
rimettermi in cammino.
Franco Barbero.