La Stampa - 15 luglio 2023
Accorpate perché con pochi iscritti
il Piemonte perderà 30 scuole
di Chiara Comai
La legge di bilancio 2023 stabilisce che ogni istituto deve avere almeno novecento iscritti, le
preoccupazioni di presidi e sindacati: "Verranno meno autonomia e attenzione agli studenti".
Il Piemonte nei prossimi tre anni perderà 30 scuole. Gli istituti rimarranno, sia chiaro, ma alcuni saranno
accorpati tra loro con un unico dirigente. Con conseguenze che impatteranno sulla logistica e la qualità del sistema scolastico stesso. Questo processo si chiama ridimensionamento ed è in atto ormai da anni in tutta Italia. <<E' una riduzione del numero delle scuole - spiega Patrizia Cannavò, dirigente a Nichelino adesso in pensione -. Quando un istituto non raggiunge un certo numero di iscritti, perde l'autonomia.
Nel pratico, viene accorpato a un'altra scuola, con cui condividerà lo stesso dirigente e le figure che la
gestiscono>>.
La legge di bilancio 2023 stabilisce che ogni scuola deve avere minimo 900 iscritti. Se non li raggiunge
significa che è sottodimensionata, e quindi viene messa stato di reggenza. Accorpata a un'altra.
<<L'obiettivo di questa operazione è il risparmio>> dice Cannavò. Secondo il bilancio statale, in questo
modo l'Italia risparmierebbe 80 milioni di euro in un anno. Una spesa irrisoria che mette mano
all'autonomia delle scuole - commenta Antonio Balestra, responsabile dei dirigenti scolastici FLC e
CIGL Piemonte e preside del Liceo Cottini di Torino -. Gli accorpamenti vengono fatti senza criterio,
tra istituti di comuni diversi, con indirizzi scolastici differenti>>. Questo comporta maggiori difficoltà
nella pianificazione della didattica e nell'organizzare i progetti, ad esempio. <<Si perde la qualità -
continua Cannavò -. Io sono stata dirigente di un istituto con 900 allievi e non è stato semplice tenere
conto delle necessità di tutti. Se hai tanti studenti, riesci a seguirli meno.
Se la scuola è sovradimensionata, tu dirigente hai più carico di lavoro e quindi meno tempo. E' chiaro che se punti alla qualità fai scuole più piccole. Se non ti interessa, risparmi e le accorpi tra loro>>. Poi, il problema logistico. <<Io da preside di
11 plessi distribuiti in 5 comuni passavo il mio tempo in macchina - racconta Balestra -. C'è una
disperazione organizzativa che ha ricadute sulla didattica. Una stessa scuola da un anno all'altro può
avere gli uffici spostati a 40 chilometri dall'istituto>>. E ancora, l'aumento del numero di insegnanti, tutti
nello stesso corpo docenti. <<Un collegio docenti con un centinaio di persone va ancora bene, anche se
sono tante. Se cominciano a essere 150 o 170 è chiaro che ne risente tutta la programmazione>> spiega
ancora Cannavò.
I dimensionamenti delle scuole sono periodici. Nel 2011 sono stati accorpati 120 istituti in tutto il Piemonte, con una soglia per l'autonomia di 600 allievi. <<Adesso ci sono 540 istituti, nel 2026 arriveranno a 510 scuole>>.
Una scossa per il Piemonte, ma decisamente meno forte rispetto a dieci anni fa. E' andata meno bene ad altre regioni, invece. Secondo un'elaborazione FLC CGIL, la Campania è la più colpita (con una perdita di 161 scuole autonome entro il 2026), seguita da Sicilia (-112 scuole) e Calabria (-84). Non resta che aspettare di capire quanti posti offrirà il prossimo concorso per dirigenti scolastici-