ADISTA - 1 luglio 2023
La perla del Regno
- ANNO A 30 luglio 2023 XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
di Marco Campedelli, teologo narratore
- ANNO A 30 luglio 2023 XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
1Re 3,5.7-12 Sal 118 Rm 8,28-30 Mt 13,44-52
di Marco Campedelli, teologo narratore
Un tesoro nascosto in un campo, una perla preziosa sono immagini piene di incanto, di stupore, di una incontenibile allegria. Cosi nell’immaginario c’è sempre la speranza di trovare prima o poi un tesoro che ti cambi la vita. La prima delle due piccole parabole
è quella più disarmante. Un uomo scopre un tesoro sotto terra. Non va a denunciare il fatto, non si domanda di chi mai avrebbe potuto essere quel tesoro. Il testo non pone la questione etica in questo senso. Vuole solo dire che inaspettatamente, senza particolari
meriti, scopriamo un tesoro. Ecco perché non lo possiamo più perdere! Vendiamo tutto per comprare quel campo fortunato in cui si trova un segreto. Fa pensare questa gioia ingenua, che oggi sarebbe così difficile da trovare. Uno oggi indagherebbe di che tipo
di tesoro si tratta, quanto è quotato in borsa, se convenga comprare o meno. E dopo?
Le tasse? No, qui s’è solo la gioia di una scoperta che cambia il nostro piccolo mondo.
Di una felicità a portata di mano. Quel tesoro su cui camminiamo senza saperlo è il Regno di Dio, dice il vangelo. Non è monetizzabile, non è esposto alla legge del mercato e alle sue speculazioni. Quel tesoro è come l’aria che respiriamo, l’acqua che ci disseta mentre stiamo morendo di tristezza e di inedia. È un orizzonte. Anche quello, coperto
dalle nubi, lo puoi scoprire d’improvviso e ti cambia la vita. Ti cambia le proporzioni delle cose: il piccolo si fa grande e il grande si fa piccolo. Il tesoro nascosto è come la persona
che ami. La incontri e ti cambia la vita. È il “tuo tesoro”. Ecco perché sei “pieno di gioia”.
Trabocchi di felicità. Tutto il resto scolora davanti a quel ciliegio che esplode pieno di bellezza.
Poi c’è la storia del mercante. Se la prima è la storia di un uomo, di una donna “qualunque”, qui c’è invece qualcuno che conosce, valuta, interpreta, stima il valore delle cose.
Poi c’è la storia del mercante. Se la prima è la storia di un uomo, di una donna “qualunque”, qui c’è invece qualcuno che conosce, valuta, interpreta, stima il valore delle cose.
È un mercante di perle preziose. Conoscenza, sensibilità, raffinatezza. Non è il nostro uomo di affari, uno che ha i “schei” come si dice nel mio Veneto, ma privo di cultura. Non è il
Mazzarò della novella “La roba” di Giovanni Verga, che si riempie di beni, ma muore di avara infelicità. Il mercante ha affinato gli occhi, è andato a scuola di Bellezza.
Tra le tante perle preziose, quando incontra quella di “grande valore” vende tutto il resto e la compra. Ha
travato la sua perla ed è felice. Il Regno è come trovare questa perla. Ma se non sei un cercatore di bellezza, di giustizia, non la distinguerai dalle altre. Devi conoscere, studiare, ascoltare, condividere per capire il valore delle cose. Spesso il valore delle cose non è quello che stabilisce il mercato. Basterebbe ricordare il “Piccolo Principe” quando dice che gli uomini
vanno in cerca al mercato di cose già fatte, ma siccome non ci sono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici…
Quella perla è come l’orizzonte che scopri, la profondità della vita che si apre sotto i tuoi piedi, gli occhi della persona che ami.
“Il Regno è qui” dice il vangelo, ma se non lo sai riconoscere, vedere con la tua lente di fine ricercatore, ti accontenterai delle piccole perle fatte in serie, della bigiotteria taroccata.
Il tesoro, la perla non sono “un altro mondo”, ma cambiano il modo di vederlo.
È quell’incanto della scoperta del tesoro, quel luccichio imperdibile della perla che ti accende di felicità. Ti cambia la vita. «Avete capito queste cose?», dice il Maestro alle sue discepole e ai suoi discepoli.
Ecco perché la persona che ha scoperto il Regno è come chi tira fuori dal proprio tesoro “cose antiche e cose nuove”. Un’idea finalmente liberante di “tradizione” che include l’innovazione,
che non piange il passato ma danza il futuro. Una tradizione che non è inamovibilità, ma movimento, perché in origine “è l’azione”. Da qui il messaggio del vangelo sul Regno: per essergli fedeli bisogna essere capaci di cambiare, di immaginare. In fondo questo ci racconta
la storia del tesoro, della perla, del Regno di Dio e della sua giustizia.
La storia antica di un rivoluzionario amore.