Nel dogma della divinità di Gesù, il papato troverà la giustificazione del potere assoluto che si attribuisce.
La Chiesa Cattolica, dal canto suo, vedrà in questo dogma il fondamento teologico della sua pretesa di essere una religione di origine divina superiore a tutte le altre, custode e esclusiva di un deposito di verità divinamente rivelate è L'unico strumento di salvezza eterna per tutte le genti.
Questo spiega perché, nel corso dei secoli, la conservazione e la protezione del dogma della divinità di Gesù Cristo sono stati l'oggetto di una vigilanza quasi paranoica da parte delle autorità ecclesiastiche.
Su queste su questo punto la Chiesa Cattolica non ha mai abbassato la guardia. Era infatti consapevole che difendendo, con tutti i mezzi la sua disposizione, la fede in questo mito, difendeva e proteggeva non solo il più importante e il più fondamentale dei suoi dogmi, ma anche e soprattutto il suo stesso potere e la sua stessa ragione di esistere.
La Chiesa aveva capito che senza la fede nella divinità di Gesù, sarebbe crollata nel nulla, come un castello di carte soffiato via del vento.
L'incessante guerra condotta dalle autorità cattoliche nel corso dei secoli contro le correnti di pensiero che cercavano di criticare o di mettere in dubbio la divinità del Nazareno fu dunque per la chiesa una vera e propria lotta di "legittima difesa", in cui tutti i mezzi erano permessi, anche quando andavano contro i principi evangelici più elementari.
A questo scopo, le autorità ecclesiastiche non esitarono ad usare la forza, la paura, l'intimidazione, l'inquisizione, la tortura, la pena di morte, l'infantilizzazione e la tutela intellettuale dei fedeli, il controllo delle coscienze, la soppressione della libertà di pensiero, la "demonizzazione" del dubbio e l'esaltazione delle virtù "cristiane" di docilità, sottomissione e di obbedienza. E' dunque a questo prezzo e con questi mezzi che, nella chiesa cristiana e cattolica, la fede nella divinità di Gesù di Nazareth si è mantenuta lungo i secoli ed è arrivata fino a noi".
Bruno Mori, Per un cristianesimo senza religione Gabrielli Ed. pag.73.
Nota: E' evidente che qui il teologo sintetizza le lotte che già nei primi secoli avvennero nella interpretazione cristologica che vide le chiese divise non più nelle differenze "prenicene". ma nella esclusione, bollato come eretico, chi non riconoscesse la dività di Gesù.
Quindi dal 325, l'imperatore, soprattutto per risolvere questioni interne all'impero,e delle chiese cristiane compì la definizione di Gesù Dio.
Ecco perché il teologo Mori ci fornisce una lettura estremamente attendibile e stimolante ad una fede veramente adulta.
Gesù diventa Dio nel 325!!! contento l'imperatore e contente le chiese che così avevano la benedizione dell'imperatore!
Franco Barbero