Spinti dal vento di Dio
Moltitudine di piccoli semi
leggeri come l’aria.
Senza risparmiarsi
portano nuova vita
diffondendosi nel vento.
P. Saluto all’assemblea
G. Così oggi ci troviamo insieme. Non siamo ansiosi di trovare un segno. Siamo desiderosi di rivederci, di incontrare nuove compagne di viaggio, nuovi amici in cammino come noi. Il nostro desiderio e la nostra passione sono fatti del respiro che anima il mondo.
1. Un tempo popoli erano schiacciati da popoli. Oggi nazioni si combattono continuamente e con ogni mezzo.
2. Un giorno c’era un uomo paralizzato sul lettino. Oggi c’è una vicina di casa che non arriva a fine mese.
1. Un tempo un’amica moriva all’improvviso. Oggi una persona a noi cara perde la voglia di vivere.
2. Nessuna di quelle donne era sola, nessuna di questi uomini è solo. Altrimenti la loro storia si dissolverebbe nel vento.
1. Quei brevi quadri raccolti in libri antichi ci ricordano chi siamo, come siamo fatte. Ci aiutano a scegliere la direzione del nostro prossimo tratto di cammino.
Sapremo costruire ricordi di popoli che aiutano popoli a rialzarsi da un lettino? Nazioni incamminate su sentieri rischiosi per rianimare altre nazioni?
Pausa di silenzio
Letture bibliche
Luca 8, 31-33, 35, 38-39
31Poi scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. 32Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. 33Nella sinagoga c'era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: […] 35Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. […]
38Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. 39Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Atti
10, 12-14
12Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; 13nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. 14Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne,
Atti 8, 29-35
29Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va' avanti e accòstati a quel
carro». 30Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta
Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». 31Egli
rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E
invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. 32Il passo della
Scrittura che stava leggendo era questo:
Come una pecora egli fu condotto al macello
e come un agnello senza
voce innanzi a chi lo tosa,
così egli non apre la sua
bocca.
33Nella
sua umiliazione il giudizio gli è stato negato,
la sua discendenza chi potrà descriverla?
Poiché
è stata recisa dalla terra la sua vita.
34Rivolgendosi a Filippo, l'eunuco disse: «Ti prego, di quale
persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun
altro?». 35Filippo, prendendo la parola e partendo da quel
passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù.
Una riflessione di Anna Campora
La scelta dei tre brani per le letture è stata dettata dall’intento di stabilire la continuità tra i comportamenti di Gesù (insegnamento e miracolo) e quella degli Apostoli come vengono presentati nei primi capitoli degli Atti, per riflettere sull’azione dello Spirito nella nostra vita di credenti.
I Vangeli ci presentano con abbondanza i miracoli di Gesù accanto ai suoi insegnamenti. Ciò rivela che l’intenzione primaria di Gesù è stata quella di alleviare, liberare, guarire e rendere degna la vita degli ebrei meno fortunati, donne e uomini del suo popolo, e non solo di quelli.
Nel primo brano Luca intende stabilire uno stretto legame fra l’insegnamento autorevole di Gesù, la sua potente parola e il successivo esorcismo nella sinagoga di Cafarnao: Gesù è un maestro della parola e la sua parola è potenza, leggiamo pochi versetti prima che quando Gesù ritornò in Galilea, la potenza dello Spirito era con lui.
La coerenza che esige il Vangelo si gioca allora su due piani: la trasmissione del messaggio che spinge e alimenta l’impegno e la responsabilità che può contribuire a costruire piccoli pezzi di Regno di Dio e a convertire la nostra vita. Noi siamo eredi di una testimonianza originaria e la nostra fede nasce dalla resurrezione, ma oggi possiamo rendere la nostra fede efficace e convincente? E se sì, come?
Gli apostoli Pietro, Stefano, Filippo esprimono la loro fede nata dallo Spirito con la passione e l’urgenza di chi vuole annunciare Gesù risorto, in continuità con la tradizione ebraica, per convertire e convincere “il popolo di Israele” a cambiare vita. Tuttavia i lunghi discorsi di Pietro, Stefano e Filippo e poi Paolo sarebbero stati sufficienti per convincere tanti che si fecero battezzare? O sono proprio i miracoli e i prodigi che fanno parte integrante della testimonianza e dell’autorevolezza di chi voleva trasmettere la buona notizia, che convinsero i più?
Noi oggi siamo chiamati in causa dallo zelo e dal coraggio di quegli ebrei che hanno conosciuto Gesù e erano pronti a pagare con la vita, ma da quella prima diffusione del messaggio siamo così lontani da aver bisogno di chiederci seriamente quali parole, quali comportamenti dovrebbero connotare chi ancora intende seguire quel maestro così coerente al progetto di Dio da essere crocifisso.
Abbiamo qualcosa di specifico da annunciare e come? Dovremmo usare parole nuove, parole di altri in un mondo sconcertato e indifferente in cui il vento di Dio che è un soffio difficile da sentire, non si riesce a riconoscere tra rumori di morte, parole vane e tante lusinghe, dovremmo impegnarci di più e meglio a vivere le nostre scelte con coerenza, a non perdere le opportunità che ci offre il nostro quotidiano, con la fiducia che lo Spirito di Dio non smetta di spingerci e sostenerci e forse a contribuire a tenere accesa la speranza ridotta a un lumicino nel buio fitto di un mondo che capiamo a fatica, con gli unici piccoli miracoli di cui siamo capaci.
Interventi liberi
Pausa di silenzio
1. Qui davanti a Te, o Dio di tutta la creazione, noi vogliamo
fare nostro il cammino di Gesù e imparare dalla sua
concretezza e determinazione. Ci diamo la mano perché
spesso la strada sale e sovente le nostre forze scendono.
2. Vogliamo cercare di alleggerirci dai carichi inutili, perché
solo così si ha più voglia, più pazienza e disponibilità a
scambiare del tempo, magari stando in piedi, con gli altri
viaggiatori che percorrono la stessa strada o anche solo un
tratto di essa.
1. Vogliamo cercare di avere anche uno sguardo diverso su
ciò che i nostri compagni di strada stanno portando con sé, di
immaginare dove andranno e da dove vengano.
2. Aiutaci ad avere uno sguardo pronto a notare la possibilità di condividere quello che si porta, perché è molto probabile che ciascuno dei viaggiatori abbia in tasca qualcosa di utile per tutti.
Memoria della cena
T. Eccoci alla memoria di quella cena che Gesù mangiò, poco prima di essere ucciso, con le sue discepole e i suoi discepoli. Gesù, che non aveva mai vissuto solo per se stesso, prese del pane ne porse a tutti perché mangiassero: ”Prendete e mangiatene tutti: la mia vita è stata messa a disposizione . Ogni volta che spezzerete il pane lo farete in mia memoria. Poi prese la coppa del vino: Prendete e bevetene tutti. Questo vino vi ricordi che la fedeltà al Padre e ai fratelli mi ha preso persino il sangue. Fate questo per tenere vivo il ricordo di me”.
Preghiera di condivisione
Comunione
1. Gesù andava attorno per i villaggi a predicare, senza stancarsi e senza fermarsi a lungo in uno stesso posto, chiamando uomini e donne ad avere fiducia e responsabilità.
2. Con semplicità ha insegnato ai discepoli la solidarietà, invitandoli a mettere a disposizione il poco cibo che avevano in tasca.
3. Vogliamo che anche il nostro percorso nel mondo sia fondato sull’amore totale per il tuo vento che è il respire del mondo, e sull’amore per chi incontriamo in cammino.
Preghiere spontanee
Padre nostro
Benedizione finale
O Dio giovane della nostra vita,
liberaci dall’indifferenza
e donaci una passione
capace di bruciare i nostri egoismi.
Accompagnaci nei giorni feriali, quando,
senza di Te, perdiamo la strada
o non troviamo le energie per percorrerla.
Dona al mondo torrenti di pace
e un mare sconfinato di speranza,
o Dio della gioia.
Franco Barbero, da “Nel vento della vita” (Il dono dello smarrimento).
Comunità di base di via Città di Gap – Pinerolo, 22 ottobre 2023
Anna Campora, Sergio Speziale e Antonella Ippolito