venerdì 20 ottobre 2023

COMMENTO AL BRANO BIBLICO DI MATTEO 22, 15-21 DI DOMENICA 22 OTTOBRE

DIO E' GIUSTIZIA, I CESARI OGGI PIU' CHE MAI SONO LADRI E DELINQUENTI

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

Matteo 22, 15-21  

Non mi soffermo a descrivere il tranello che farisei ed erodiani tendono a Gesù. Si tratta di una trappola ben congegnata. 

Se Gesù risponderà che non è lecito pagare il tributo a Cesare, lo potranno accusare di ribellione contro Roma. Se dichiarerà lecito il tributo, deluderà le attese dei poveri, spremuti fino all'osso e si metterà contro di loro.

La risposta di Gesù è intelligente, ma non evasiva. Intanto, di fronte a "Cesare" che si credeva onnipotente, Gesù ricorda i diritti di Dio. 

Non si tratta di delineare la realtà di due poteri, quello materiale e quello spirituale, con dei loro ambiti distinti. Questa interpretazione deviante produsse in molti cristiani una grave diserzione dalla storia come se la fede significasse interessarsi esclusivamente degli aspetti cosiddetti "spirituali".

"Il politico cristiano non deve mai utilizzare Dio per legittimare le sue posizioni partitiche; la fede cristiana non si identifica con nessuna opzione di partito....Questo, però, non significa che la fede debba essere emarginata all'ambito privato. Il Vangelo offre al politico cristiano un'ispirazione, una visione della persona e dei valori che possono orientare e stimolare la sua attività" (José Antonio Pagola, Matteo pag.220).  

Il Vangelo però non fa di noi degli esseri spiritualisti per cui nella società civile e a livello politico siamo completamente sollecitati  ad essere militanti, cioè a fare la nostra parte. Faccio un esempio:in questi mesi di gioverno fascista il cristiano vero e la cristiana vera non possono rimanere neutrali oppure recitare la parte di colui/colei che osservano lo spettacolo.


SOLO DIO E' GIUSTIZIA INFINITA

Qui il messaggio è puntuale e pungente: occorre rifiutare a Cesare, al potere politico, l'adorazione che spetta solo a Dio. Per i due Testamenti biblici "dare a Dio ciò che è di Dio" significa che "a Dio appartiene la terra e quanto contiene: il mondo con i suoi abitanti" (Salmo 24). Dio e il potere politico non stanno sullo stesso piano. Parlando in una regione sottomessa all'imperatore romano, non c'era altro da aggiungere: il potere non può arrogarsi il diritto di dominare sulla vita delle persone. Solo Dio è la fonte della vita.

Lascio da parte le infinite disquisizioni che nei secoli hanno occupato filosofi e teologi anche perché il passo è stato letto all'interno della secolare lotta tra poteri ecclesiastici e poteri politici.

Certo è che quando la chiesa ha vestito i panni del potere e si è alleata  ai potenti di questo mondo ha tradito il messaggio di Gesù ed è caduta in tutte le trappole del potere e del mercato.

OGGI CESARE VUOLE TROPPO

Oggi il "cesare finanziario ed economico" si crede Dio. Pretende di possedere le persone, dettare le condizioni della cittadinanza e non vede altro che le sue ragioni. Il potere finanziario -economico-militare si fa adorare e detta i confini di una legalità tutta a servizio dei potenti e del sistema. Le persone devono adorarlo. Il sistema riproduce se stesso distruggendo la qualità della vita delle persone e calpestando la natura. Per usare il linguaggio immaginifico dell'Apocalisse, possiamo dire che il potere è "la bestia che seduce" e poi disgrega il tessuto della vita quotidiana di miliardi di persone, a partire dai più poveri della terra.

Cesare vuole troppo: addirittura si crede Dio. Bisogna ricordargli che l'unica sua ragion d'essere è il servizio al bene comune e la tutela del creato. Ma questo potere è cieco, autoreferenziale, ingordo, strutturalmente perverso perché ha collocato il mercato prima delle persone. Parla solo il linguaggio della crescita illimitata e non conosce più né la condivisione né la cura. Ci vuole ridurre ad insaziabili consumatori di oggetti per la prosperità del dio-mercato.

La fede cristiana deve unirci a tutte le donne e gli uomini di buona volontà che hanno aperto gli occhi su questa logica perversa del sistema capitalistico e vogliono operare per una svolta. La recente enciclica del papa ci invita ad una quotidiana e reale pratica di sovversione di questa logica.

PAGARE LE TASSE

 Venendo ai problemi di oggi, a me sembra che il discorso sulle tasse sia molto concreto: le pagano i poveri, la"gente comune". Se davvero ci fosse la volontà di operare una svolta politica, bisognerebbe tassare la sperequazione, i redditi criminali, gli stipendi da favola.

I soldi si trovano: basta prenderli dove ci sono azzerando i paradisi fiscali e le pensioni d'oro, i privilegi e i vitalizi.

Il resto è retorica e sabbia negli occhi. La politica più efficace deve ancora oggi rifarsi alla pagina biblica della condivisione dei pani e dei pesci. Siamo in una società che ha come norma la discriminazione.Il panorama non lascia spazio a chi opera per la giustizia. Il nostro governo è lo specchio di questa società delle disuguaglianze.
Ovviamente, come cristiano non posso attendere che scatti la magica ora X della politica della condivisione, ma nel mio agire quotidiano devo anticiparla con i gesti della solidarietà concreta. Questa è la nostra "vocazione" come comunità cristiana: non prescindere mai dall'inserimento nella storia dei più deboli.

Ancora una volta la sequela di Gesù non ci prospetta la ricerca di un cammino personale al riparo dalle tragedie del mondo, ma ci invita alla responsabilità, al senso critico, all'impegno per i diritti di tutti e di tutte. Ogni impegno in questa direzione non va perso, ma fa fiorire l'albero della speranza in un "mondo altro".

Penso che sia preziosa ogni regola e ogni ricerca di strumenti vaccinali per vincere l'attuale pandemia, ma se non cambiamo le regole che mettono al centro il dio mercato e non le persone, nel mondo non cresceranno né la giustizia né la pace.

I ritocchi al margine del sistema, come ha scritto chiaramente papa Francesco nella Laudato Sì, sono subdole complicità con lo status quo di un mondo fatto di disuguaglianze.

Franco Barbero