venerdì 29 marzo 2024

Gesù uomo di conversione

 

 

È pressoché impossibile ricostruire con precisione le tappe dell'itinerario di fede di Gesù. Ma certamente l'evangelo ci presenta un dato realissimo: anche Gesù dovette scegliere tra la volontà di Dio e le proposte di successo, di compromesso e di comodità che avrebbe potuto "sfruttare" assecondando certe diffuse aspettative popolari. Questo messaggio di un realismo impressionante ci viene dalla pagina delle tentazioni:

"Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: 'Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane'. Ma egli rispose: 'Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l'uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".

Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: 'Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede'. Gesù rispose: 'Sta scritto anche:

Non tentare il Signore Dio tuo.'

Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 'Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai'. Ma Gesù gli rispose: 'Vattene, Satana! Sta scritto:

Adora il Signore Dio tuo

E a lui solo rendi culto.'

Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano" (Matteo 4, 1-11).

 

Sappiamo bene che si tratta di un quadro teologico-didattico costruito con "materiali" dell'Antico Testamento (Esodo e Deuteronomio): "Le prove del popolo ebraico sono durate quarant'anni, quelle di Gesù quaranta giorni. Di fatto abbracciano tutto il periodo del suo ministero pubblico, meglio l'intera sua vita"85. La tentazione è il clima di tutta la vita di Gesù nel senso che l'attrattiva della via più facile si ripresentava continuamente.

È ancor poco famigliare per noi questo Gesù che procede tra tenebre, incertezze, crisi, difficoltà, scoramenti, in una ricerca lenta e faticosa della volontà di Dio. Nel lungo silenzio di Nazareth, poi probabilmente alla scuola del Battista, in ascolto dei segni di Dio dentro gli avvenimenti e certamente nella preghiera, Gesù si sarà posto mille volte l'interrogativo: "che cosa vuole Dio da me? Cammino davvero secondo la sua volontà?".

Possiamo certo indagare a fondo in questa direzione, ma il linguaggio biblico ci "mette in evidenza che si tratta di una vera opera di seduzione" (O. Da Spinetoli) che giungeva come pressione a Gesù da più parti. Insomma, Gesù in tutta la sua vita si è costantemente trovato di fronte a reali alternative, ad un aut-aut tra le esigenze di Dio e il suo opposto, cioè Satana.

Per dire sì a Dio Gesù ha dovuto dire no a Satana. (Non c'è, ovviamente, bisogno di credere nell'esistenza del diavolo come essere personale. Satana forse è un'immagine, in questo senso un mito, creato dall'uomo, non solo biblico, per indicare il male, nella sua abissale profondità. Satana è la cifra del male, del peccato. La Bibbia spesso ne parla come di una persona, ma si tratta di una personificazione, cioè sì personalizza una realtà per favorirne una più chiara identificazione).

In sostanza mi sembra che si possa dire che la pagina evangelica delle tentazioni di Gesù è realissima. Non però nel senso che qui sia "fotografato" lo scontro che Gesù avrebbe vissuto con Satana in quel preciso periodo. Piuttosto nel senso che Gesù per tutta la vita, sul sentiero della sua risposta messianica a Dio, ha incontrato difficoltà, contrasti, opposizioni dall'esterno, dalla gente, dai capi ed ha anche dovuto lottare dentro di sé. Questa, dunque, è una pagina di duro realismo, di contenuto rigorosamente storico perché "condensa" letteralmente in questo drammatico dialogo tutta l'esistenza storica di Gesù.

 

Quattro semplici riflessioni

1. È probabilmente molto stimolante per la nostra fede fare la scoperta del Gesù "tentato", del Gesù che cerca faticosamente la strada della fedeltà alla volontà di Dio.

"È importante sentire Gesù vicino, anche dinanzi alla volontà di Dio ai nostri giorni. Non è di poco conforto, per i cristiani che devono discernere in situazioni dolorose e pericolose la volontà del Padre... trovare anche in Gesù qualcuno che si è messo davanti al Padre in situazioni simili. In questa disponibilità ad udire la voce del Padre, al cambiamento e alla conversione, alla novità e allo scandalo, i cristiani esperimentano di andarsi facendo sempre più figli di Dio, pur essendo già tali...

Qualunque sia la più corretta formulazione della storicità teologale di Gesù, quel che pastoralmente interessa e consola tali cristiani è constatare che anche la relazione di Gesù col Padre ebbe una storia di esigenze, di luci e di oscurità, di antinomie difficili da riconciliare; che il Padre andò "perfezionando mediante la sofferenza" (Eb. 2,10) anche Gesù. A tale Figlio di Dio, soggetto alla prova, all'apprendistato e alla sofferenza… tali cristiani si sentono vicini"86.

2. La sequela di Gesù è scontro con le logiche vincenti e seduttrici, con le ideologie e le pratiche consumistiche che trionfano. Non si può, senza tradire l'evange|o, rinunciare a questo "paradosso". In questo senso conserva tutto il suo valore l'ammonizione paolina: "Fratelli, non adattatevi alla mentalità di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo mutamento della vostra mente. Sarete così capaci di comprendere qual è la volontà di Dio, vale a dire che è buono, a lui gradito, perfetto" (Rom. 12,2).

3. Ma direi di più. Questa pagina delle tentazioni di Gesù ci annuncia una fondata speranza: anche noi, con la Parola di Dio sulle labbra e, soprattutto, nel cuore, possiamo, come Gesù, far fronte e superare le tentazioni, cioè proseguire la strada dell'evangelo. Gesù alle proposte e alle "seduzioni" del male risponde con tre citazioni bibliche. Certo non basta citare la Bibbia (lo fa anche Satana, si noti), ma la Parola di Dio, se è riposta nel cuore, diventa sorgente di luce e di forza. Possiamo contarci. L'importante è che essa non sia solo posta sulle labbra, ma abiti nei nostri cuori.

4. Per non perdere la densità del messaggio è decisamente importante liquidare la credenza nel diavolo dalle predicazioni, dalle liturgie, dalla celebrazione del battesimo. Taluni linguaggi simbolici, letti senza adeguata interpretazione, sono devianti e ridicoli. Che nel conferimento del battesimo esista ancora un esorcismo è qualcosa di scandaloso.87

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85 ORTENSIO DA SPINETOLI, Matteo, Cittadella, pag. 116. F. BARBERO, Il dono dello smarrimento, pag. 15-40.

86 J. SOBRINO, Gesù in America Latina, Borla, Roma 1986, pag. 82.

87 Quando dei genitori presentano alla comunità il loro figlio o la loro figlia non sarebbe più accogliente, più espressivo usare il linguaggio del ringraziamento ed esprimere nella preghiera la lode a Dio perché una nuova creatura è comparsa sulla terra? L'idea dell'esorcismo rimanda piuttosto ad una concezione teologica e pastorale segnata dalla dottrina del peccato originale. Questo partire dal peccato, anziché dalla benedizione, apre un cammino liturgico in cui prevale un triste sentimento penitenziale. Purtroppo molte celebrazioni comunitarie conoscono molto di più i richiami al peccato che non le canzoni della gioia. In principio c'era la gioia! Non sarà che questo ostinato e continuativo partire dal peccato produca nel corso degli anni una concezione triste della fede ed immetta nella profondità della coscienza del credente una certa relazione d'angoscia, anziché seminare nel cuore i germi profondi della gioia di essere amati?

La creatività teologica e pastorale delle nostre comunità esige che ripartiamo dalla consapevolezza e dalla espressione di essere fruitori e fruitrici della gioia che proviene dall'incontro con Dio. L'intera prassi sacramentale va ripensata per esprimere la felicità di chi sente annunciare la possibilità di vivere nell'abbraccio di Dio in una casa accogliente.

 

da: Franco Barbero, Confessione di fede di un eretico, Edizioni MILLE, 2017, cap 9, pp. 87/90