martedì 19 marzo 2024

IL RAGAZZO E L'AIRONE

 

Il nuovo anno cinematografico è stato inaugurato dall'ultimo film del maestro dell'animazione giapponese Hayao Miyazaki, a dieci anni dal suo ultimo lungometraggio Si alza il vento, con il quale aveva annunciato l'uscita dalle scene.

Invece Miyazaki è tornato sul grande schermo con una storia molto legata alla sua esperienza autobiografica.

Il titolo originale dell'opera è infatti Kimitachi wa Do Ikiruka (E voi come vivrete?) ed è tratto dall'omonimo romanzo di Genzaburo Yoshino, che, quando era ancora un ragazzo, Miyazaki aveva ricevuto in dono da sua madre. Lo stesso che il protagonista del film, Mahito, riceve dalla madre prima che perda la vita nell'incendio di un ospedale a Tokyo, durante la guerra del Pacifico del 1943. Un evento drammatico che sconvolge la vita del ragazzo, con il padre che si risposa con Natsuko, la sorella minore della madre, e tutta la famiglia che si trasferisce in una tenuta in campagna. Mahito fatica ad abituarsi alla nuova vita, visto che il dolore per la perdita della madre è ancora molto forte, ma è proprio in questo momento che si presenta alla sua finestra un misterioso airone cenerino che lo conduce in una torre abbandonata con la promessa di fargli incontrare sua madre.

Guidato dall'airone, Mahito si avventura sempre più negli angoli più oscuri della proprietà e della sua mente, dove poco a poco tempo e spazio cominciano a deformarsi, i sogni e la realtà a confondersi e le creature della natura ad assumere forme mostruose, quasi demoniache.

In questo universo la vita e la morte coesistono sullo stesso piano ed è proprio la torre misteriosa a fare da ponte tra il mondo dei vivi e quello dei morti, dando l'accesso a diverse dimensioni.

Laddove anche l'impossibile appare possibile, Miyazaki come Mahito cerca in questo viaggio catartico una strada verso l'accettazione della perdita, e la spinta ad abbracciare la vita dopo il dolore e il cambiamento.

 (VALERIA BRUCOLI, Confronti, Febbraio 2024)