giovedì 18 aprile 2024

 

Come manipolano Ucraina e Gaza: l'ossimoro per giustificare i massacri


Ogni guerra ha le proprie retoriche per manipolare l'opinione pubblica, ma soltanto alcune segnano la storia di un conflitto. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, la macchina della propaganda diceva: "Se l'Italia vuole la pace, deve investire nella guerra. Più armi l'Italia darà, prima la pace arriverà". La manipolazione fu studiata a tavolino. Da una parte, Draghi aveva il problema di accontentare gli italiani che vogliono la pace; dall'altra doveva compiacere gli americani che vogliono la guerra. Dichiarando di ricercare la pace, Draghi gratificava gli italiani; impegnandosi a inviare armi, accontentava Biden. Da qui lo slogan: "Armi per la pace". Chiamo questa tecnica di manipolazione dell'opinione pubblica "manipolazione per accostamento ossimorico". Un ossimoro è l'accostamento di due parole dal significato inconciliabile: pace e guerra; intransigenza e diplomazia. Durante una diretta a carta Bianca, Maurizio Lupi continuava a dirmi che la diplomazia consisteva nel chiedere la resa incondizionata della Russia con il ritiro da tutti i territori senza concessioni. La diplomazia unilaterale è un esempio di manipolazione per ossimori giacché la diplomazia è sempre bilaterale o multilaterale. La manipolazione per accostamento ossimorico si ottiene esaltando il termine più amato contro quello più odiato per ottenere non la giustificazione, bensì la nobilitazione dei mezzi attraverso il fine. Nel processo di giustificazione dei mezzi rispetto al fine, il mezzo - la guerra o l'attentato terroristico – rimane esecrabile. Nel processo di nobilitazione dei mezzi rispetto al fine, invece, il mezzo diventa nobile. A differenza di Draghi, Biden non ha il problema di manipolare l'opinione pubblica giacché la guerra, nella cultura dominante americana, è una parola piena di significati positivi. Biden non deve strumentalizzare la parola "pace" per far accettare agli americani l'uso degli ucraini come carne da macello per l'avanzamento della Nato verso la Russia. Il rapporto psicologico di un popolo con la guerra è, in larga misura, condizionato dall'esperienza storica di quel popolo con la guerra. Quando la guerra devasta un Paese, com'è accaduto all'Italia nella Seconda guerra mondiale, i superstiti sviluppano una concezione negativa della guerra che si riassume nel detto: "La guerra non conviene". Quando, invece, la guerra trasforma un Paese in una superpotenza ricchissima, i superstiti tendono a concepirla positivamente perché è stata conveniente. Alla fine, il governo Draghi ha avuto l'impudenza di presentarsi come un promotore di pace e non come un satellite della Casa Bianca che violava l'articolo 11 della Costituzione per compiacere Biden.

La manipolazione per accostamento ossimorico si trova anche nel bombardamento di Gaza. In questo caso, i termini dell'ossimoro non sono "pace e guerra" bensì "pace e massacro" giacché a Gaza non c'è nessuna guerra, ma uno sterminio. Per giustificare il massacro dei palestinesi, la macchina della propaganda dice che lo sterminio è necessario per eliminare Hamas e fondare uno Stato palestinese che porterà la pace. Ma questo è falso giacché il massacro dei palestinesi allontana la pace in Palestina così come l'invio delle armi l'ha allontanata in Ucraina. Israele non vuole eliminare Hamas per fondare uno Stato palestinese, ma per impedire che nasca. Netanyahu ha detto che i palestinesi avranno uno Stato soltanto quando impareranno ad amare Israele e l'Occidente ovvero quando avranno imparato ad amare i loro sterminatori.

Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano – 3 aprile 2024