COMMENTO DI ANDREA RUBERA AL DOCUMENTO DIGNITAS INFINITA DEL DICASTERO PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Andrea Rubera, portavoce dell'associazione cristiana lgbt "Cammini di speranza"
"È un contentino ai conservatori io, gay e cattolico, mi sento offeso"
«Dire che chi ricorre alla gestazione per altri considera i bambini come oggetti è svilente. E lo trovo un'offesa personale». Andrea Rubera, portavoce dell'associazione cristiana lgbt "Cammini di speranza" e papà di tre bambini avuti con la Gpa, commenta così il documento Dignitas infinita del Dicastero per la Dottrina della Fede.
È un documento da rigettare del tutto?
«No, il testo ha anche aspetti interessanti, richiama al rispetto della dignità umana e della giustizia sociale, alla tutela dei lavoratori e dei migranti. Pure sul tema lgbt sono espressi concetti importanti, come il no alla criminalizzazione dell'orientamento sessuale, che compare per la prima volta in un documento ufficiale. Ma su altri punti sembra affrettato e pasticciato, scritto senza approfondire».
Come il passaggio sulla maternità surrogata.
«È giusto condannare i casi di sfruttamento, ma bisogna distinguere bene l'approccio etico da quello disumano. Siamo tutti d'accordo che la Gpa vada normata, ma è giusto anche approfondire i contesti, tutti quei casi in cui è fatta in modo altruistico, senza remunerazione. Invece nel testo si dà per scontato che ci sia una sopraffazione e uno scambio di soldi. Io non ho mai considerato i miei figli degli oggetti, rappresentano piuttosto il desiderio di amore mio e di mio marito. Sono bambini che non sarebbero nati se non avessimo scelto quel percorso.
Il documento affronta anche il tema transgender.
«E contiene idee molto opinabili, come quando nega il diritto alla transizione di genere se non in presenza di "anomalie genitali" evidenti. Anche in questo caso,sembra scritto senza alcun approfondimento, e soprattutto senza aver ascoltato nessuna delle categorie interessate».
Perché secondo lei?
«La mia impressione è che la Chiesa si barcameni tra slanci in avanti e passi indietro. E questo documento pare pensato per dare un contentino alle frange più conservatrici del cattolicesimo, che non a caso esultano».
Nel testo spunta pure l'immancabile "teoria del gender".
«Appunto, si continua a parlare di questa fantomatica teoria, senza voler capire che non esiste a livello accademico, non c'è nessun testo serio che la riporti, è un nome inventato dai movimenti integralisti che lo usano come spauracchio per bloccare qualsiasi passo verso l'inclusione e la valorizzazione delle diversità. Movimenti dai quali Francesco negli ultimi anni sembrava aver preso le distanze».
A proposito di Francesco, lei una volta gli consegnò una lettera.
«Nel 2015, per chiedergli se la Chiesa era pronta ad accogliere i miei figli. Lui a sorpresa mi telefonò e mi incoraggiò. E aveva ragione: oggi i miei bambini sono perfettamente inseriti nella vita della nostra parrocchia. Nella pratica, le comunità cristiane si evolvono, anche perché altrimenti le chiese si svuoterebbero. Ma la dottrina è più difficile da scardinare. E questo rischia di diventare una gabbia per la Chiesa».
Forse è il caso di indirizzare una nuova lettera al Papa...
«Sì, potrebbe essere un'idea. Gli direi che la Chiesa dovrebbe incontrare le persone lgbt, cercare di costruire i documenti anche con loro. E che al prossimo sinodo dovrebbe invitare uno di noi».
(Repubblica 9 Aprile 2024)