mercoledì 17 aprile 2024

DA SONNAMBULI NON AVVERTIAMO

LA NOSTRA INDIFFERENZA

 

Nel nostro mondo sempre più piccolo ci sono ancora tante Auschwitz, Buchenwald, Dachau. Si chiamano Ucraina, Gaza, Yemen, Sud Sudan, Somalia, Congo, Afghanistan, ecc. Ma noi "sappiamo" - più dei tedeschi e polacchi di 80 anni fa. E passiamo oltre. Regna sovrana l'indifferenza. Non si vedono massicce proteste popolari di massa né tanto meno corpi di interposizione non-violenta come è accaduto in altre epoche, con risultati anche molto positivi.

Siamo davvero dei sonnambuli senza fuoco interiore etico-morale o semplicemente civico.

Quando guidiamo un'automobile elettrica, quando usiamo il telefonino, quando siamo fieri di indossare gioielli ,quando compriamo frutti esotici, cerchiamo di riflettere sul costo umano che c'è dietro la produzione di queste cose.

Girare la testa, "andare oltre" come il levita e il sacerdote della parabola, significa essere complici. Nessuno può dire: "Non lo sapevo". Agire è una scelta: se costruire o meno la pace nei Paesi in guerra o in ginocchio per la fame.

Agire significa dire "no" all'indifferenza. Se c'è una guerra da combattere, è la guerra contro l'indifferenza che sta divorando le nostre società.

 

DA SONNAMBULI NON RIUSCIAMO A VEDERE L'ALTRO COME PERSONA

L'individualismo esasperato regna sovrano. Ciò che conta per molti, alla prova dei fatti, è spesso ľaffermazione del proprio "io" sugli altri, contro ogni forma di alterità. E questo cinismo individuale o governativo porta inevitabilmente alla cultura dello scarto.

Si "rottama" ciò che non serve, prodotti e uomini: l'anziano ammalato, i disabili considerati un peso per la società, lavoratori che, dopo essere stati sfruttati per anni, non rendono più e per motivi anche futili vengono licenziati, i giovani che non trovano posto nel mondo dell'occupazione o li si vuole impiegare con salari indegni.

Ancora una volta il mio pensiero corre a quella scritta "l care" sulla porta della scuola di Barbiana. "I care", "Mi sta a cuore" significa prendersi cura dell'altro e dei suoi bisogni, del mondo e dell'ambiente. Non basta la buona volontà, bisogna mettersi in gioco con intelligenza, umanità, coraggio.

SVEGLIAMOCI DAL SONNO

Da un po' di tempo, pensando al degrado umano, sociale e ambientale, si parla unicamente di Caivano. Ma le periferie, in Italia come dappertutto, sono infinite.

Però non vedo parlare o scrivere di Scampia, il quartiere alla periferia nord di Napoli, risorto a vita nuova per opera di Felice Pignataro, sua moglie Mirella, Franco Vicario e uno sparuto gruppo di volontari che nel lontano 1981 hanno fondato il GRIDAS (Gruppo Risveglio dal Sonno).

Dopo oltre 40 anni, senza scomodare blitz della polizia, passerelle di ministri, Scampia è un pullulare positivo di iniziative che partono dal basso (il giardino dei 5 continenti, cineforum gratuiti, biblioteca, editoria, doposcuola, sale di riunione e dibattiti).

Tutto voluto e realizzato da persone riunite dall'intento di mettere le proprie capacità artistiche, culturali, al servizio della gente comune per stimolare un risveglio delle coscienze e una partecipazione attiva alla crescita della società.

Riuscire a curare le relazioni cogliendo bisogni e attese è certamente difficile.

Ma se alcuni riescono a farlo, come a Scampia, vuol dire che è possibile. E soprattutto che quella è la strada per uscire dal sonnambulismo.

(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)