lunedì 22 aprile 2024

 I ROM CERCANO UNA VOCE NELL’UNIONE EUROPEA

Rom e sinti sono le minoranze più discriminate del continente, vittime di razzismo e segregazione. Ora lottano per vedere riconosciuti i loro diritti umani, civili e politici.

Per Romeo Franz non dovrebbe esserci alcun dubbio: musicista e scrittore, dal 2018 deputato dei Verdi al parlamento europeo, Franz è nato e cresciuto in Germania. Eppure a marzo, in occasione della presentazione della biografia della sua famiglia alla fiera del libro di Lipsia, ha pronunciato delle parole da cui si capisce che niente è scontato.

“Questa è casa mia e non permetto a nessuno di togliermela”, ha detto al pubblico. Il suo albero genealogico risale all’indietro per secoli e i suoi antenati sono sepolti in Germania. Franz ribadisce questo punto come se dovesse giustificare la sua presenza, come se fosse fresco di immigrazione. E invece non è così: Romeo Franz è tedesco ed è anche il primo sinti a sedere nel parlamento europeo.

In Germania e in Europa non c’è nessun altro gruppo che subisca tante discriminazioni quanto rom e sinti: tutti conoscono gli stereotipi più diffusi su queste minoranze, mentre non si sa niente di come vivano realmente. Eppure rom e sinti fanno parte delle quattro “minoranze nazionali” riconosciute in Germania, dal 1995, oltre a essere presenti in tutti i paesi dell’Unione europea (Ue).

Un partito europeo dei rom contribuirebbe a dargli più voce? Poche ore prima di presentare il suo libro, seduto nell’atrio di un albergo nel centro di Lipsia, Romeo Franz spiega: “Sinti, rom e altri gruppi di lingua romani formano una minoranza molto eterogenea, anche dal punto di vista politico”. Ci sono i kalé di Spagna e Portogallo, i romanichal nel Regno Unito, manouches e sinti in Francia, i resande in Svezia e poi vari gruppi rom dell’Europa orientale: lovara, kalderash, boyash e molti altri. Ciascun gruppo ha le sue idee e le sue tradizioni, e i dialetti della lingua romani sono circa duecento.

Jean-Philipp Baeck, Die Tageszeitung, Germania

(da “Internazionale” – 12 aprile 2024)