mercoledì 29 maggio 2024

La donna pagana "converte Gesù"

«Conosco un solo episodio in cui Gesù si trova ad aver a che fare con una resistenza profonda, obiettivamente legittima, quello dell'incontro con la "donna straniera" fenicia, che implora la guarigione della figlia ammalata. Dapprima Gesù non intende dare ascolto a questa supplica e pronuncia le dure parole sul pane che non dev'essere gettato ai cani. La donna fenicia, tuttavia, è pronta nel ribattere; troppo importante, per lei, è la preghiera che ha da rivolgere, troppo a cuore le sta la figlia inferma. "È vero, Signore. Ma i cani, sotto la tavola, possono mangiare almeno le briciole che cadono ai loro padroni!". Ciò che qui si riflette, nella forma di una narrazione letteraria, è la chiara memoria di un'evoluzione interiore compiutasi in Gesù; e che questa vi fosse era naturale, aggiungeremmo oggi. Prima egli crede di aver a che fare soltanto con le dodici tribù di Israele, ma a poco a poco il particolarismo cede il campo ad un grandioso universalismo: è quanto l'esegesi ha ormai accertato e riconosciuto. Nel dialogo con la loquace donna fenicia siamo di fronte ad uno dei momenti che hanno dato impulso a questo svolgimento. Gesù risponde con una frase assai significativa, riferendosi alla replica della donna, che abbiamo citato or ora: "Queste tue parole mi hanno convinto!". Si ha qui la testimonianza di un mutamento di grande portata che si compie in Gesù e concerne tutta la sua esistenza, tutta la sua missione.
Qual è dunque la reazione di Gesù di fronte ad una giustificata resistenza? La riconosce e intende renderle ragione. Ne trae un insegnamento e accetta perfino di esser messo in discussione!» 

(HANNA Wolff, Gesù psicoterapeuta, Queriniana, Brescia 1982, pag. 62).

Questo pezzo fu inserito nel libro "Lazzaro vieni fuori" del 1986 della comunità cristiana di base di Pinerolo.


Franco Barbero