Dio è uno solo, al
concilio di Nicea è diventato due con la divinizzazione di Gesù. Ne abbiamo
parlato a lungo tra di noi per superare la concezione di secoli di concili che
hanno condotto a creare il dogma della Trinità.
Le varie religioni lo
chiamano con nomi diversi, ma si tratta sempre dello stesso Dio.
Noi cattolici
talvolta abbiamo presunto di essere in rapporto privilegiato con Dio.
Nel vangelo di
Matteo, Gesù dice ai discepoli: “a me è stato dato ogni potere in cielo e in
terra, andate dunque e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli: sono con
voi fino alla fine del mondo.” (Mt 28,16-20).
Anche Gesù e gli
evangelisti ebbero le loro illusioni, come ho spiegato in molti miei libri.
Sappiamo bene che lo
stile enfatico e apologetico non è certo la registrazione delle parole di Gesù,
ma è il frutto di una scrittura molto imparentata con il dogma e influenzata da
una comunità ormai “romanizzata” e tale che legge se stessa nei termini di una
missione condotta con le categorie del potere.
E’ necessario
interpretare storicamente queste affermazioni che altrimenti perdono senso,
essendo schiave della ideologia romana che permeava molte riflessioni nei
secoli successivi alla divinizzazione di Gesù a Nicea.
Del resto a Gesù sono
state attribuite affermazioni altrettanto trionfalistiche: “non passerà questa
generazione che tutto ciò avverrà”. Basta leggere il libro di Fernando Rubio “L’invenzione
di Gesù di Nazareth” (ed. Bollati Boringhieri, 2018, pp.702, €32) e prenderne
atto.
Eppure questa pagina
evangelica, al di là delle variazioni sia apologetiche che dogmatiche, è
preziosa per me. Ci dà un messaggio importante: occorre non chiudersi nella
propria esperienza, ma annunciarla; farsene testimoni con la propria vita.
Già allora esistevano
deviazioni e persecuzioni.
Ecco il messaggio che,
confrontandomi con Fiorentina, ho colto da questa pagina, spogliata dal suo
linguaggio tanto trionfalistico da sembrare ridicolo.
La parola è chiara.
Si profila una brutta svolta: si cercava di comporre il vangelo con i poteri
forti di questo mondo, ma, grazie al messaggio del profeta ucciso che Dio ha risorto
per offrirci la fiducia di poter continuare il suo cammino con i deboli e con i
poveri, l’operazione non è riuscita.
Cerchiamo di restare
discepoli veri nella nostra vita quotidiana.
Fiorentina Charrier e don Franco Barbero.