domenica 16 giugno 2024

 G7: la cena dei poveri contro i piani criminali dei più ricchi del mondo

Mentre nel blindatissimo Castello Svevo di Brindisi i capi di Stato e di governo banchettavano nel lusso, come sono usi fare i potenti della Terra, in piazza Vittoria è andata in scena la contro cena dei poveri a base di friselle, cous cous, acqua e vino.
Un evento conviviale, molto partecipato dai cittadini, organizzato dal Tavolo di Coordinamento No G7 all’ insegna della frugalità e dell’allegria, che ha voluto segnare una linea di demarcazione tra chi rappresenta il potere, lontano dalle vere necessità dei popoli, e la gente comune che lotta per la giustizia sociale, la pace e la solidarietà.
“Abbiamo scelto un cibo povero ma ricco di significati – dice Angelo Gagliano, uno degli organizzatori del contro vertice – perché è il cibo tipico della dieta mediterranea, un cibo che ha sfamato i nostri antenati e quelli di tanti migranti che arrivano nel nostro Paese, per denunciare lo spreco di risorse da parte delle sette nazioni più industrializzate del mondo le quali, anziché investire per risolvere i problemi dell’ umanità, quali la carenza alimentare, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, destinano grandi quantità di denaro in armamenti che vengono usati per mantenere il dominio nei confronti dei Paesi meno sviluppati. Ogni anno muoiono per fame 10 milioni di persone, 20 ogni minuto. Le spese militari dei Paesi del G7 sono passate in pochi anni, dal 2017 ad oggi, da 853 a 1166 miliardi. Basterebbe utilizzare una minima parte di questo fiume di denaro per risolvere il problema della fame nel mondo”.
Gli attivisti del movimento Debt for Climate, provenienti dalla Germania, hanno montato in piazza un “Cavallo di Troia” in legno per evidenziare le politiche colonialiste dei Paesi del G7 e chiedere che la Banca Mondiale e il FMI paghino il loro debito climatico. Sul palco si sono susseguiti numerosi interventi, tra cui quelli di rappresentanti della Palestina, del Kurdistan e del Mali. Bobo Aprile, del comitato promotore, alludendo all’abnorme schieramento di Polizia messo in atto dal governo italiano, ha detto: “Chi si aspettava che dalle iniziative di contrasto al vertice del G7 potessero scaturire dei disordini sarà rimasto deluso. La violenza sta dall’altra parte; dalla parte di chi, per proteggere gli interessi dei più ricchi, la organizza scientificamente e sistematicamente. Violenti sono quelli che in modo irresponsabile stanno spingendo il mondo verso una deriva militarista e bellicista che rischia di precipitare tutti nella terza guerra mondiale. Sono queste le persone pericolose che evocano le armi atomiche come se stessero giocando ad un videogame. A questa gente i popoli del mondo debbono ribellarsi rifiutando di partecipare ai loro piani criminali”.
“Questi signori del G7 si sono dimenticati degli altri 8 miliardi di persone. Perché li non c’eè il popolo, li ci sono presidenti di Paesi che di democratico non hanno nulla – ha affermato Renato Di Nicola della Campagna nazionale “Per il Clima Fuori dal Fossile” – . Approfittando della guerra in Ucraina hanno rilanciato a tutti i livelli l’ utilizzo dei combustibili fossili attraverso i quali le multinazionali del settore, e in Italia in primo luogo l’ ENI e la Snam, hanno potuto realizzare profitti stratosferici. Con la complicità dei grandi organi di informazione il governo italiano ha costruito una narrazione tossica cercando di convincere l’ opinione pubblica che il nostro Paese era alla canna del gas. Attraverso l’anacronistico Piano Mattei sono stati imposti i nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna, nuove trivellazioni e il devastante grande gasdotto Linea Adriatica di 430 chilometri da Sulmona a Minerbio. Tutte opere inutili, che saranno pagate dagli italiani con la loro bolletta energetica, perché i consumi di gas sono crollati non solo in Italia ma in tutta Europa. Chi la fa da padrone sono le potenti lobby degli armamenti e del fossile. Così viene messo da parte il Green New Deal e i finanziamenti per combattere il cambiamento climatico vengono dirottati a favore dell’ industria bellica. Questi signori trattano i cittadini come dei sudditi pronti ad obbedire ma nei territori ci sono tante persone che non chinano la testa e che lottano contro la guerra e per la giustizia climatica. La serata si e conclusa con le musiche della pizzica, il ballo tradizionale pugliese. Nel corso delle giornate di contro vertice si sono svolti dibattiti sui temi di maggiore attualità quali militarizzazione e geopolitica e una conferenza internazionale su energia e cambiamenti climatici. Le iniziative si concluderanno sabato 15 giugno con una manifestazione nazionale a Fasano.

Mario Pizzola (da “Pressenza”, 15/6/24)