venerdì 14 giugno 2024

Pubblico il canone per la celebrazione di domenica 16 giugno alle ore 10.  Ci si potrà collegare a partire dalle ore 9.45.

 Seguirà alle 10,45  l'assemblea della comunità. Come già evidenziato domenica scorsa da Francesco Giusti è importante la partecipazione all'assemblea per  programmare gli impegni estivi. 

Il link per il collegamento è sempre lo stesso:

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Confrontarsi e accompagnarsi

G. Sorelle e fratelli, viviamo giorni difficili per le relazioni tra le persone, tra i popoli, tra potenti e deboli. Fermiamoci ogni tanto, come vi invitiamo oggi, ad osservare e a riflettere sull’esperienza di Gesù, sul suo modo di stare nelle relazioni. Gesù è stato costantemente attento a “mettere al centro” le persone concrete che incontrava, con le loro difficoltà e insicurezze, con i loro desideri e le loro potenzialità positive, riuscendo ad operare trasformazioni e cambiamenti che sembravano impossibili. Prepariamo il nostro cuore a questo incontro con una pausa di silenzio.

LETTURA BIBLICA (Marco 6, 30-34)

30 Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. 31 Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. 32 Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.

33 Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. 34 Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

PREDICAZIONE

Che profeta di vita questo Gesù di Nazareth… Coinvolto fino alle midolla nel rapporto con le persone più povere e sofferenti dei villaggi, trova sempre il tempo e il modo di dedicarsi al Padre in profonda solitudine, in preghiera filiale. Gesù non dimentica mai la sorgente.

E che maestro di vita per i discepoli… Non ci sfuggono le sfumature che svelano un tesoro di umanità, di attenzioni, di tenerezza.

Li vede arrivare dopo l’invio nei villaggi: voleva che si rendessero autonomi, che si sperimentassero. É il sogno di ogni vero maestro: vedere i discepoli crescere e acquistare fiducia in se stessi/e, rendersi autonomi anche dal proprio maestro.

E loro erano partiti. Possiamo pensare che siano ritornati da Gesù con uno zainetto stracolmo di emozioni, di “successi” e di “insuccessi”, di domande e di inquietudini…

Incontrare davvero le persone è un impegno che cambia il modo di guardare il mondo e di prendere coscienza di sé e degli altri.

Ecco Gesù, il maestro: lui con un cuore così grande che a stento gli stava nel petto. Li aspetta, li intravede arrivare, raduna presso di sé, ascolta “tutto quanto avevano fatto e quanto avevano insegnato”;. Avverte i palpiti dei loro cuori, non si lascia sfuggire nessuna parola dei loro racconti…

Come maestro, sa quanto è affascinante e faticoso crescere, quanto si maturi a piccoli passi; percepisce il loro bisogno di confronto e la necessità di dare pace e riposo ai loro cuori e ai loro corpi. Li invita caldamente: “Venite voi stessi in disparte, in un luogo deserto e riposatevi un po’; (v. 31). I discepoli conoscono bene le squisitezze, le tenerezze di questo straordinario maestro di cui avevano fatto esperienza spesso: sapeva mordere le carni“ con proposte radicali, ma sapeva soprattutto accompagnare, abbracciare, accarezzare uomini, donne, bambini senza eccezione. Così non se lo fanno dire due volte e sono lì attorno a lui…

Dovranno scappare perché la folla li aveva già scoperti.., ma il suo insegnamento è scolpito in questi versetti.

Accompagnarci

Questa pagina del Vangelo per me prefigura e propone il volto e la realtà di una chiesa diversa. Non più fatta di maestri sacri e infallibili che dirigono, che conoscono tutto in anticipo, ma di ministri e ministre che accompagnano.

Accompagnare indica vicinanza, umiltà, ricerca corale dei sentieri, ascolto reciproco, valorizzazione delle esperienze altrui… Pastori che non siano direttori di un’azienda, ma fratelli e sorelle che mettano a disposizione di tutti i loro talenti, la loro esperienza.

Solo così la comunità può diventare un efficace laboratorio di vita, di fede e di cura.

La lezione che resta

Gesù vuole che i suoi discepoli e discepole, chiamati ad un grande impegno, restino sempre umani, attenti/e alle proprie e altrui necessità.

Anche alla mia età, sento come prezioso questo insegnamento che, a volte, nel ritmo incalzante dei giorni e degli impregni anch’io ho disatteso. So che “se non lasci cadere la zappa”, il lavoro di ministero non diminuisce mai, ma accettare di aver bisogno di pace, di distacco dagli eccessi lavorativi è parte della sequela di Gesù.

Hanno ragione le persone che ce lo ricordano, ce lo dice il nostro corpo, se ne riconosciamo i segnali.

Ritirarsi in disparte può aiutarci a ritrovare l’essenziale, a fare i conti con la nostra creaturalità, la nostra piccolezza, la nostra parzialità.

Nel riposo e nel silenzio ritroviamo il fiume della gratitudine amorosa per il Dio della vita, ripiantiamo l’alberello dei nostri fuggevoli giorni sulla strada dell’orfano, della vedova e dello straniero.

Uscire dal rumore, dall’iperattività ci aiuta a capire che cosa abbiamo nel cuore e soprattutto a riscoprire la meraviglia del creato e il fruscio del vento di Dio che riempie l’universo.

(Riflessione di don Franco Barbero dal blog del 16 luglio 2021)


RICERCA COMUNITARIA

1. Padre, aiutaci ad apprezzare gli uni e le altre,

con i loro difetti e con i loro pregi.

2. Madre, vorremmo chiederTi, per ogni persona, una “mano che sfiora”

Vorremmo che il calore dei sentimenti di solidarietà

potesse passare attraverso la Tua mano

e attraverso la mano di ognuno e ognuna di noi,

per comunicare agli altri e alle altre

la nostra disponibilità e il nostro amore.

1. Fa’ che tutto il mondo si prenda per mano

fa’ che un pensiero di dolcezza

scorra tra le dita di ogni donna e di ogni uomo

e che arrivi fino a Te con infinito amore.

2. Viviamo in un mondo che ci bombarda di parole,

che ci assale con le parole:

parole spesso inutili, vuote, insignificanti, ingannatrici.

1. Vi sono parole che dette con il cuore,

possono aiutare,

possono curare,

possono salvare.

2. Signore, aiutaci a trovare, nella vita di ogni giorno,

persone dispensatrici di parole vere, sincere,

e fa’ che anche noi possiamo diventare,

almeno in parte,

persone che parlano con il cuore.

T. Gesù era a tavola con i suoi amici e le sue amiche. Egli era ben consapevole della congiura che si stava organizzando contro di lui e il suo cuore faceva i conti con la paura. Voleva lasciare ai suoi amici e alle sue amiche, in quella sera e in quella cena di intimità, qualcosa di più di un ricordo, di un segno. Sulla mensa c’erano pane e vino. Gesù alzò gli occhi al cielo, come spesso faceva nei giorni della sua vita e, dopo aver benedetto il nome santo di Dio, prese il pane lo spezzò, lo divise dicendo: “Prendete e mangiate. Questo pane condiviso sia per voi il segno della mia vita. Quando farete questo, lo farete in memoria di me, di ciò che ho fatto e detto”. Poi prese la coppa del vino e disse: “Questo calice sia per voi il segno di un’amicizia che Dio continuamente rinnova con tutta l’umanità, con tutto il creato.

P. PREGHIERA DI CONDIVISIONE

COMUNIONE

PREGHIERE SPONTANEE

ESORTAZIONE FINALE

G. Signore, fa’ che le nostre parole, da vuote,

diventino dispensatrici di fiducia e di aiuto.

E fa’ che anche noi troviamo nelle parole,

nei gesti, nei sorrisi, nelle carezze,

nei rimproveri, nella fermezza degli altri e delle altre,

l’aiuto e lo stimolo per continuare il cammino della vita.

 

Franca Gonella per la Comunità Cristiana di Base di Via Città di Gap, 13 – Pinerolo

Domenica 16 giugno 2024