lunedì 17 giugno 2024

Sull’intervista all’arcivescovo di Torino uscita su “Il fatto quotidiano” dell’8 giugno

Ha dell’incredibile il fatto che l’arcivescovo Repole parli con i soliti toni sulla pace e sul lavoro.

Non una parola su tutto il territorio dell’arcidiocesi e della diocesi di Susa.

A me sembra che il problema e i problemi delle parrocchie non si risolvono accorpando e lasciando ad un prete due o tre parrocchie. Sarà difficile in questo modo, a mio avviso, che si risvegli e si assuma reali responsabilità il popolo laico di ogni comunità.

A mio avviso il problema non è tanto la mancanza del clero (ne recuperano da ogni parte del globo).

Il problema è che mancano i pastori. Il servizio e il ministero del pastore non lo fa il parroco.

E’ ovvio che un prete con due o tre parrocchie difficilmente potrà svolgere un servizio di ascolto e di vicinanza da pastore.

Il problema non è tanto di avere persone attive quanto persone pastorali. Questo manca spesso nella realtà comunitaria e nella riflessione teologica.

Franco Barbero