Sull’intervista all’arcivescovo di Torino uscita su “Il fatto quotidiano” dell’8 giugno
Ha
dell’incredibile il fatto che l’arcivescovo Repole parli con i soliti toni
sulla pace e sul lavoro.
Non una
parola su tutto il territorio dell’arcidiocesi e della diocesi di Susa.
A me
sembra che il problema e i problemi delle parrocchie non si risolvono
accorpando e lasciando ad un prete due o tre parrocchie. Sarà difficile in
questo modo, a mio avviso, che si risvegli e si assuma reali responsabilità il
popolo laico di ogni comunità.
A mio
avviso il problema non è tanto la mancanza del clero (ne recuperano da ogni
parte del globo).
Il
problema è che mancano i pastori. Il servizio e il ministero del pastore non lo
fa il parroco.
E’ ovvio
che un prete con due o tre parrocchie difficilmente potrà svolgere un servizio
di ascolto e di vicinanza da pastore.
Il
problema non è tanto di avere persone attive quanto persone pastorali. Questo
manca spesso nella realtà comunitaria e nella riflessione teologica.
Franco Barbero