UN PIATTO DI CACCA IN FACCIA: gruppo "7" una preziosa memoria omosessuale
Le origini
53 anni fa, alla fine di ottobre del 1971, una data che
certamente non passerà alla storia, in C.so Torino, 288 nasceva il "GRUPPO
SETTE", il primo gruppo di omosessuali cristiani che è nato e si è
sviluppato nella nostra zona.
Emma Schierano ci diede gratis la piccola sala in cui ci radunavamo
per dialogare, pregare e progettare (in seguito, nello stesso stabile, ci donò
una sede per la comunità cristiana di base).
Si trattava di un piccolo gruppo di persone che non avrebbero
potuto incontrarsi in parrocchia. La loro omosessualità era ancora
completamente nascosta, anche se uno di loro ne aveva parlato alla
propria madre.
A partire dall'anno 1971, in autunno, ci trovammo in gruppo ogni
15 giorni per tentare di scoprire la realtà personale di ognuno e viverla più
serenamente. Un impegno che personalmente, con singole persone e alcune coppie,
portavo avanti già da anni.
Voglio ricordare i primi passi di questo piccolo gruppo, perché
dimostrano come davvero la chiesa nasce dal basso.
Avendo già da qualche anno una certa esperienza di ascolto e di
dialogo con singole persone omosessuali e alcune coppie, cercavo di farne
tesoro, ma il gruppo era allora piuttosto reticente nel prevedere alcuni
momenti di apertura. Dobbiamo immaginare quale era in quegli anni l'atmosfera,
specialmente nelle chiese, riguardo alle questioni di genere.
Ogni incontro si svolgeva nel dialogo, con un po' di lettura
biblica e alcune riflessioni personali.
Andammo avanti per alcuni anni, non privi di difficoltà, ma
pieni di gioia, specialmente quando nel gruppo si scopriva che i passi biblici
riguardanti l'omosessualità erano letti fuori dal contesto storico e dal loro
significato esegetico. Forse il fatto oggi ci fa sorridere, ma la cultura
diffusa allora, aveva proprio bisogno di uscire da certe letture tradizionali e
omofobiche.
Trascorremmo momenti veramente liberatori, scoprendo una nuova
presenza di Dio. Il gruppo in ogni modo continuava a non volere rendersi
pubblico ed ogni mia sollecitazione in quella direzione trovò quasi sempre un
netto rifiuto.
Un fatto imprevisto
Il 20 ottobre 1973 il gruppo fu folgorato" dal suicidio del
suo membro più anziano. La mamma ci svelò che il papà pochi giorni prima del
suicidio aveva buttato un piatto di cacca in faccia al figlio. La famiglia
trovò sul comodino di N., come mi dissero, un suo foglio manoscritto che io non
ebbi la possibilità di leggere.
I genitori mi riferirono che il loro figlio aveva lasciato
scritto che un certo don Barbero avrebbe dovuto fare il funerale. Andarono su
tutte le furie ripetendo che il loro figlio si era suicidato evidentemente per
colpa mia e del gruppo in cui si parlava di cose "oscene".
Tre giorni dopo alcuni del "Gruppo sette" mi portarono
molto lontano, nella parrocchia dove si svolsero i funerali di questo nostro
amico.
Non vi dico gli improperi che in chiesa e fuori dalla chiesa
ricevemmo: il nostro "gruppo 7" veniva apostrofato
come un gruppo di malviventi…
In seguito ci volle del tempo a riprendere il cammino e il
gruppo approfondì il bisogno di molti colloqui individuali.
Il 10 agosto 1975 Emma Schierano, sorella indimenticabile, mi
consegnò le chiavi di quella che, prima diventò casa mia e poi la sede della
comunità cristiana di base.
Come "gruppo 7" cercammo altri sbocchi a Torino dove
gli omosessuali cominciavano a farsi sentire, uomini e donne.
Voglio ricordare questa vicenda perché nel mio cuore quell'esperienza
rimase piantata come un grande albero e mi persuase che il "gruppo 7"
aveva segnato per molti aspetti l'inizio della nostra comunità cristiana di
base di Corso Torino 288 a Pinerolo.
Franco Barbero, 3 novembre
2023