domenica 30 giugno 2024

UN PIATTO DI CACCA IN FACCIA: gruppo "7" una preziosa memoria omosessuale

 

Le origini

53 anni fa, alla fine di ottobre del 1971, una data che certamente non passerà alla storia, in C.so Torino, 288 nasceva il "GRUPPO SETTE", il primo gruppo di omosessuali cristiani che è nato e si è sviluppato nella nostra zona.

Emma Schierano ci diede gratis la piccola sala in cui ci radunavamo per dialogare, pregare e progettare (in seguito, nello stesso stabile, ci donò una sede per la comunità cristiana di base).

Si trattava di un piccolo gruppo di persone che non avrebbero potuto incontrarsi in parrocchia. La loro omosessualità era ancora completamente nascosta, anche se uno di loro ne aveva parlato alla

propria madre.

A partire dall'anno 1971, in autunno, ci trovammo in gruppo ogni 15 giorni per tentare di scoprire la realtà personale di ognuno e viverla più serenamente. Un impegno che personalmente, con singole persone e alcune coppie, portavo avanti già da anni.

Voglio ricordare i primi passi di questo piccolo gruppo, perché dimostrano come davvero la chiesa nasce dal basso.

Avendo già da qualche anno una certa esperienza di ascolto e di dialogo con singole persone omosessuali e alcune coppie, cercavo di farne tesoro, ma il gruppo era allora piuttosto reticente nel prevedere alcuni momenti di apertura. Dobbiamo immaginare quale era in quegli anni l'atmosfera, specialmente nelle chiese, riguardo alle questioni di genere.

Ogni incontro si svolgeva nel dialogo, con un po' di lettura biblica e alcune riflessioni personali.

Andammo avanti per alcuni anni, non privi di difficoltà, ma pieni di gioia, specialmente quando nel gruppo si scopriva che i passi biblici riguardanti l'omosessualità erano letti fuori dal contesto storico e dal loro significato esegetico. Forse il fatto oggi ci fa sorridere, ma la cultura diffusa allora, aveva proprio bisogno di uscire da certe letture tradizionali e omofobiche.

Trascorremmo momenti veramente liberatori, scoprendo una nuova presenza di Dio. Il gruppo in ogni modo continuava a non volere rendersi pubblico ed ogni mia sollecitazione in quella direzione trovò quasi sempre un netto rifiuto.

 

Un fatto imprevisto

Il 20 ottobre 1973 il gruppo fu folgorato" dal suicidio del suo membro più anziano. La mamma ci svelò che il papà pochi giorni prima del suicidio aveva buttato un piatto di cacca in faccia al figlio. La famiglia trovò sul comodino di N., come mi dissero, un suo foglio manoscritto che io non ebbi la possibilità di leggere.

I genitori mi riferirono che il loro figlio aveva lasciato scritto che un certo don Barbero avrebbe dovuto fare il funerale. Andarono su tutte le furie ripetendo che il loro figlio si era suicidato evidentemente per colpa mia e del gruppo in cui si parlava di cose "oscene".

Tre giorni dopo alcuni del "Gruppo sette" mi portarono molto lontano, nella parrocchia dove si svolsero i funerali di questo nostro amico.

Non vi dico gli improperi che in chiesa e fuori dalla chiesa

ricevemmo: il nostro "gruppo 7" veniva apostrofato come un gruppo di malviventi…

In seguito ci volle del tempo a riprendere il cammino e il gruppo approfondì il bisogno di molti colloqui individuali.

Il 10 agosto 1975 Emma Schierano, sorella indimenticabile, mi consegnò le chiavi di quella che, prima diventò casa mia e poi la sede della comunità cristiana di base.

Come "gruppo 7" cercammo altri sbocchi a Torino dove gli omosessuali cominciavano a farsi sentire, uomini e donne.

Voglio ricordare questa vicenda perché nel mio cuore quell'esperienza rimase piantata come un grande albero e mi persuase che il "gruppo 7" aveva segnato per molti aspetti l'inizio della nostra comunità cristiana di base di Corso Torino 288 a Pinerolo.


Franco Barbero, 3 novembre 2023