giovedì 4 luglio 2024

Un libro da leggere: “La Sacra Sindone: una truffa” di Félix Ares del Blas (ed. Massari, pp.160)

 

Non si pensi che si tratti di una panoramica storica scritta con stile polemico contro il “Santo lino”.

Chi conosce l’Autore e l’Editore sa bene che il viaggio, capitolo dopo capitolo, con infiniti passaggi documenta che il lenzuolo torinese è di origine medievale e che perciò non può essere l’autentico sudario di Cristo.

Questo libro non ha nessun intento anticristiano, tenta semplicemente di mettere le cose in chiaro riguardo ad una falsa reliquia medievale.

Spiegare quali sono i fatti, quali le ipotesi plausibili e quali sono invece delle autentiche idiozie non può fare del male a nessuno.

Un esempio noto è il sito di Cadouin, considerato “sudario” della testa di Gesù, dove nel 1115 sorse l’abbazia cistercense di Cadouin.

L’uso delle reliquie di ogni genere dilaga.

Nel 12° secolo la reliquia più diffusa e più numerosamente presente qua e là era una reliquia particolare che ovunque si trovasse era chiamata il “sacro sudario”. In seguito per metterlo al sicuro nella guerra dei cento giorni nel 1392 il sacro sudario, uno dei sacri sudari, fu trasferito a Tolosa e nel 1482 Luigi XI si interessò alla reliquia e il vescovo affermò che il sacro sudario era passato da un luogo all’altro e divulgò una pergamena in cui si narrava l’attribuzione alla reliquia più di duemila miracoli.

Secondo il Vangelo di Nicodemo pare che il sudario non avesse nulla a che fare con il panno della testa (p.90).

I falsificatori del XIV secolo si moltiplicano. La frode presuppone un inganno deliberato.

Il prof. Tite del British Museum affermò che il test del carbonio 14 non era sufficiente per dimostrare che il lenzuolo fosse una “frode”, intesa come “una deliberata volontà di ingannare”.

Il carbonio 14 si occupa delle datazioni. Il prof. Tite, in base alle analisi dell’Arizona, di Oxford e di Zurigo, dice e scrive che il tessuto del lenzuolo è di una data compresa tra il 1260 e il 1390.

Il resto è creazione delle devozioni, ma all’Autore, delle cui ricerche e documentazioni ho estremo rispetto, dico che per me è ovvia una cosa: che si tratta di una truffa (come lui dimostra). Sono oggetti fabbricati e trasformati per le devozioni che le gerarchie presentano come fede. Ma la fede percorre strade diverse.

Per me la Sindone, con tutto rispetto per i devoti, è una favola tra le mille che popolano la religiosità cattolica. Nulla di più. 

Franco Barbero, 29 giugno 2024