giovedì 15 agosto 2024

Abitare i secoli. Per lo sterminio degli eretici

Il 4 agosto 1487 a Grenoble il parlamento del Delfinato aprì le sue aule a un personaggio di eccezione, il commissario apostolico Alberto de Capitani il quale, a nome nientemeno che del papa Innocenzo VIII, chiese aiuto "per lo sterminio degli eretici", che erano i gruppi di valdesi presenti in val Pragelato e val Durance. I nobili del parlamento dichiararono di volere obbedire ai comandi apostolici, come erano tenuti quali figli obbedienti, e promisero ogni appoggio di uomini e mezzi per tale elevato fine. Troppo facili e irriverenti le analogie con l'oggi, il presidente attore che prende la parola davanti ai Parlamentari occidentali proni e plaudenti, a chiedere armi e ancora armi e sempre più armi, perché il gioco della guerra, non solo nel 1487, si è sempre fatto e si farà, piace ed è anche fonte di molti guadagni per i mercati, e per questo chi lo pratica deve crearsi e additare dei nemici.

Torniamo al 1487, alla richiesta di sterminio degli uomini indicati come eretici perché credevano e pregavano in modo diverso e perciò fatti diventare nemici da eliminare. Nel marzo e aprile 1488 un potente esercito crociato invase le valli dei valdesi in una guerra di religione. Le truppe sopraffecero ogni resistenza, uccisero, impiccarono, razziarono, estorsero, rubarono, devastarono; molti valdesi fuggirono e furono banditi e i sopravvissuti persero quasi tutto. Lo sterminio richiesto appariva effettivamente riuscito.

Quali risultati di tanta violenza?

Trent'anni dopo, nel 1518, il vescovo Claudio di Seyssel veniva in visita nel Pragelatese e trovava che la zizzania dei valdesi vi aveva piantato radici profonde e che ferocissimi persecutori non avevano ottenuto nessun risultato; concludeva che aggredire nuovamente quella piccola provincia, dove la cosa era già stata tentata inutilmente, era più spesa che guadagno.

Piercarlo Pazè (*), da “L'Eco delle Valli Valdesi” del 2/8/2024

(*magistrato, è fra gli organizzatori dei Convegni storici estivi

presso il lago del Laux in alta Val Chisone)