Abitare i secoli. Per lo sterminio degli eretici
Il 4 agosto 1487 a Grenoble il
parlamento del Delfinato aprì le sue aule a un personaggio di eccezione, il
commissario apostolico Alberto de Capitani il quale, a nome nientemeno che del
papa Innocenzo VIII, chiese aiuto "per lo sterminio degli eretici",
che erano i gruppi di valdesi presenti in val Pragelato e val Durance. I nobili
del parlamento dichiararono di volere obbedire ai comandi apostolici, come
erano tenuti quali figli obbedienti, e promisero ogni appoggio di uomini e
mezzi per tale elevato fine. Troppo facili e irriverenti le analogie con
l'oggi, il presidente attore che prende la parola davanti ai Parlamentari
occidentali proni e plaudenti, a chiedere armi e ancora armi e sempre più armi,
perché il gioco della guerra, non solo nel 1487, si è sempre fatto e si
farà, piace ed è anche fonte di molti guadagni per i mercati, e per questo chi
lo pratica deve crearsi e additare dei nemici.
Torniamo al 1487, alla
richiesta di sterminio degli uomini indicati come eretici perché credevano
e pregavano in modo diverso e perciò fatti diventare nemici da eliminare. Nel
marzo e aprile 1488 un potente esercito crociato invase le valli dei valdesi in
una guerra di religione. Le truppe sopraffecero ogni resistenza, uccisero,
impiccarono, razziarono, estorsero, rubarono, devastarono; molti valdesi
fuggirono e furono banditi e i sopravvissuti persero quasi tutto. Lo sterminio
richiesto appariva effettivamente riuscito.
Quali risultati di tanta
violenza?
Trent'anni dopo, nel 1518, il
vescovo Claudio di Seyssel veniva in visita nel Pragelatese e trovava che la
zizzania dei valdesi vi aveva piantato radici profonde e che ferocissimi
persecutori non avevano ottenuto nessun risultato; concludeva che aggredire
nuovamente quella piccola provincia, dove la cosa era già stata tentata
inutilmente, era più spesa che guadagno.
Piercarlo Pazè (*), da “L'Eco delle Valli Valdesi” del 2/8/2024
(*magistrato, è fra gli organizzatori dei Convegni storici estivi
presso il
lago del Laux in alta Val Chisone)