Pregare e lottare
La parola di Dio è “parola della vita” (Fil. 2,16); “anzi essa è la vostra
stessa vita” (Deut. 32,47).
Proprio per questo le comunità di base attingono a piene mani alle sorgenti
bibliche della preghiera. Una maturazione che è anche una riscoperta
dell’essenziale, un tornare alla roccia della nostra salvezza.
Tutto questo avviene non in appartate isole felici o in oasi mistiche, ma
nel vivo della lotta politica, in un momento particolarmente delicato ed
importante della lotta di classe. Come cristiani siamo chiamati in quest’ora –
che sarà forse una lunga stagione a fare come Gesù che, “entrato nella suprema
lotta pregava ancor più intensamente” (Lc. 22,44).
Pregare e lottare: una sintesi vitale, difficile e feconda. Non possiamo
elidere né l’uno né l’altro di questi termini.
L’esperienza di ogni giorno ci conferma l’osservazione della Bibbia: “La
sorte dell’uomo sulla terra non è forse di lottare?” (Gb. 7,1), ma ci dice
anche che solo chi prega non getta Dio alle spalle, non lo dimentica. Solo chi
prega dal di dentro della vita arriva alla vera sapienza dei figli di Dio e dei
discepoli di Gesù: “Di te avevo solo sentito parlare, ma ora gli occhi miei ti
hanno visto” (Gb 42,5).
Queste pagine sono nate nella vita della comunità, dalle loro esperienze,
dalle loro esigenze. Vogliono essere non una “regola di preghiera”, ma un
semplice strumento, uno stimolo, un apporto per la creatività e l’inventività
delle comunità e dei singoli.
Con questo spirito offro alle comunità di base e a quanti se ne serviranno,
questo mio modesto lavoro.
“Figlio dell’uomo, tutte le parole che ti dico, accoglile nel cuore” (Ez. 3,10).
Franco Barbero, 19 novembre 1975
(da “I Salmi”, ed. Tempi di Fraternità)