sabato 17 agosto 2024

Una mediazione sospetta


a cura della Rete di Intellettuali ed Artisti in difesa dell’Umanità (REDH) – Capitolo Argentina

I presidenti Lula e Petro propongono un insolito “governo di coabitazione transitorio e nuove elezioni libere” in Venezuela per calmare la loro incomprensibile impazienza di conoscere i risultati finali dell’elezione presidenziale.
Se entrambi hanno aspettato due mesi e mezzo per conoscere il risultato finale delle elezioni presidenziali in Messico a causa del ricorso presentato da Xóchitl Gálvez in nome della destra di questo paese, adesso cosa succede loro?
Perché non aspettano il rispetto dei termini stabiliti dalla legge e che concedono al Consiglio Elettorale Nazionale fino a 30 giorni dopo le elezioni per far conoscere i risultati definitivi?
Forse non sanno che questi non hanno potuto essere pubblicati in maniera rapida e disaggregata a causa del massiccio attacco informatico subito dalle piattaforme di trasmissione del CNE.
Inoltre, a causa dell’intera campagna mediatica della destra fascista e della provocatoria proclamazione di González Urrutia come vincitore delle elezioni, la questione ha dovuto essere giudizializzata ed ora è competenza della Camera Elettorale della Corte Suprema di Giustizia, che ha tutti gli atti presentati dal CNE e dalle organizzazioni politiche e bisognerà attendere che quella più alta istanza giudiziaria comunichi la sua decisione.
La proposta di due presidenti è offensiva, perché presuppone che ci siano stati brogli nelle elezioni venezuelane, il che è un’accusa irresponsabile oltre che ingiusta e che, non a caso, è in piena sintonia con il progetto di Washington.
Il presidente Joe Biden ha già espresso il suo sostegno alla proposta di entrambi i presidenti sudamericani ed appoggia lo svolgimento di nuove elezioni in Venezuela, una manovra questa che implica il non riconoscimento della legittimità del presidente Nicolás Maduro ed apre le porte in questo “governo di transizione” alla designazione di un “Guaidó 2.0” e così realizzare il tanto atteso “cambio di regime” in Venezuela, passo preliminare per impadronirsi definitivamente della più grande riserva petrolifera del mondo.
Inoltre, un governo di coabitazione? E questo come sarebbe?
Perché Lula non l’ha proposto quando le orde di Jair Bolsonaro hanno preso d’assalto Brasilia dicendo che le elezioni erano state rubate loro? Non lo ha fatto per ottime ragioni, che sono le stesse che ora abbandona quando chiede un “governo di transizione e nuove elezioni” in Venezuela. Sulla stessa linea, perché Petro non invita Álvaro Uribe Vélez a condividere il governo ed ottenere così la tardiva pacificazione della Colombia? Per illustrare i vantaggi della sua proposta, il presidente colombiano invoca l’esperienza del Fronte Nazionale (1958-1974), il patto tra conservatori e liberali che ha dato origine proprio alla lotta armata ed alla violenza in Colombia.
Sia Lula sia Petro dovrebbero sapere che un governo di coalizione tra un fascismo neocoloniale e non costituente e le forze chiaviste sarebbe un’assurdità, un autentico esercizio contro natura, come dicevano gli antichi, il cui esito, secondo l’insegnamento della storia, non sarebbe altro che una guerra civile. Qualcosa che nessuno si augura per la Repubblica Bolivariana del Venezuela così brutalmente vessata ed attaccata.
Per questo, con un gesto che lo distingue come statista, il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha dichiarato che aspetterà il verdetto finale delle autorità elettorali venezuelane prima di prendere una decisione.

Articolo pubblicato il 15.8.2024 nel sito www.pagina12.com.ar
Traduzione a cura di Lorenzo Tommaselli