sabato 14 settembre 2024


Ecco il canone che Manuela Brussino ha preparato per la celebrazione di domani alle ore 10:00
Ci si potrà collegare a partire dalle 9:45.

Il link per collegarsi è come sempre:

meet.google.com/vpu-vkkh-wfm

________________________________________________________________________________

EUCARESTIA 15 settembre 2024


Saluto all’assemblea


1. Cercate il Signore, voi tutti, umili del paese, che percorrete i Suoi sentieri. Cercate di fare ciò che è giusto e di essere semplici davanti a Dio.

2. Dio, amico e compagno di viaggio, abbiamo bisogno della Tua luce per individuare i sentieri da percorrere, quelli da scegliere e quelli da evitare.

G. Signore, aiutami ad ascoltare la Tua presenza, a porgere l’orecchio alla Tua voce, a sentire i Tuoi passi; aiutami a stare in silenzio. Fa’ che le mie parole nascano sempre da un profondo ascolto di Te e degli altri.


LETTURE BIBLICHE


SALMO 32


7 Tu sei il mio rifugio, tu mi proteggerai nelle avversità,
tu mi circonderai di canti di liberazione. [Pausa]
8 Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare;
io ti consiglierò e avrò gli occhi su di te.
9 Non siate come il cavallo e come il mulo che non hanno intelletto,
la cui bocca bisogna frenare con morso e con briglia,
altrimenti non ti si avvicinano!
10 Molti dolori subirà l'empio;
ma chi confida nel Signore sarà circondato dalla sua grazia.
11 Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Gioite, voi tutti che siete retti di cuore!

1Re 3:5-12

5A Gabaon, il SIGNORE apparve di notte, in sogno, a Salomone. Dio gli disse: «Chiedi ciò che vuoi che io ti conceda». 6Salomone rispose: «Tu hai trattato con gran benevolenza il tuo servo Davide, mio padre, perché egli agiva davanti a te con fedeltà, con giustizia, con rettitudine di cuore a tuo riguardo; tu gli hai conservato questa grande benevolenza e gli hai dato un figlio che siede sul trono di lui, come oggi avviene. 7Ora, o Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare me, tuo servo, al posto di Davide mio padre, e io sono giovane, e non so come comportarmi. 8Io, tuo servo, sono in mezzo al popolo che tu hai scelto, popolo numeroso, che non può essere contato né calcolato, tanto è grande. 9Dà dunque al tuo servo un cuore intelligente perché io possa amministrare la giustizia per il tuo popolo e discernere il bene dal male; perché chi mai potrebbe amministrare la giustizia per questo tuo popolo che è così numeroso?»
10Piacque al Signore che Salomone gli avesse fatto una tale richiesta. 11E Dio gli disse: «Poiché tu hai domandato questo, e non hai chiesto per te lunga vita, né ricchezze, né la morte dei tuoi nemici, ma hai chiesto intelligenza per poter discernere ciò che è giusto, 12ecco, io faccio come tu hai detto; e ti do un cuore saggio e intelligente: nessuno è stato simile a te nel passato, e nessuno sarà simile a te in futuro.

RIFLESSIONE
E' un brano colmo di stimoli e di sollecitazioni. Siamo nel primo testamento, Salomone è salito al trono dopo Davide, a seguito di intrighi e lotte.
Si tratta di un dialogo tra il giovane re e Dio, che appare a Salomone di notte in sogno, su una delle alture dove si riteneva che Dio abitasse. Non è stato ancora infatti stato costruito il tempio di Gerusalemme.
Il primo testamento è una raccolta immensa di situazioni di vita quotidiana che assomigliano molto alla nostra vita. Chiaramente fatte le debite differenze tra usi costumi realtà. Quegli uomini e donne siamo noi. Nonostante i secoli che ci dividono da questa scena, si tratta di una situazione di facile comprensione: un ragazzo che ha bisogno di aiuto ed un padre che lo sollecita a dire, a ragionare.
Chiede Dio: dimmi di che cosa hai bisogno. Chiedimi cosa ti serve. Sono qui.
Salomone non risponde subito, c’è il tempo del pensiero, della riflessione. Egli fa il punto della situazione, quasi si presenta: parla delle sue origini, riconosce tutti i doni che Dio ha fatto a suo padre. Benedice il Signore lo chiama “mio Dio” e si riconosce come Suo servo, descrive infine la propria condizione, di giovane re inesperto chiamato ad affrontare per volontà di Dio un compito arduo e delicato.
Salomone tra tanti desideri individua IL desiderio che è buono per lui: chiede saggezza e capacità di discernimento. Come giovane re sente la responsabilità dell’amministrazione della giustizia per il numeroso popolo di Dio, ha bisogno di poter distinguere il bene dal male.
Immaginandola come scena reale vien da chiedersi, chissà quanto a lungo avrà davvero pensato, quali siano state le sue riflessioni. I tempi della narrazione sono ovviamente brevi e possiamo solo immaginare, provando a metterci al suo posto.
E’ il desiderio di Salomone a far scaturire la risposta di Dio. Dio è vicino, ma siamo noi ad agire, egli ci esorta a scavare dentro di noi fino a comprendere quale sia il desiderio con cui si esprime la necessità che è bene per noi.
Molto spesso non lo sappiamo, o non lo abbiamo ancora capito o forse non ci poniamo neppure la domanda. Tempestati come siamo da infiniti stimoli e sollecitazioni a volte ci confondiamo ed individuiamo negli oggetti posseduti il nostro desiderio profondo.
Si tratta di un percorso in salita con fermate e riprese: occorre approfondimento, occorre conoscere sé stessi, occorre con umiltà cominciare a scartare tutto il superfluo ed arrivare alla sostanza. Entrare in quello spazio in cui conserviamo la consapevolezza dei nostri limiti, ma anche conoscenza dei nostri doni. Molto difficile.
Se questo cammino lo compiamo in compagnia del Signore, questo è il tempo della preghiera e si pone l’interrogativo su ciò che fondamentalmente chiediamo a Dio quando preghiamo. Anche a noi Egli rivolge la stessa domanda: di che cosa hai bisogno? A volte ci capita di pronunciare anche il “ti prego, fa che.. vada bene l’esame, guarisca dalla malattia...“
Questo dialogo ci fa comprendere che non è la realizzazione magica di un desiderio concreto quella che ci garantisce Dio, ma la Sua presenza fedele sempre, nel momento delle nostre scelte, nel momento della difficoltà, del dolore.
Umilmente possiamo dunque mettere il nostro bisogno nelle mani Dio, sicuri che Egli ci esaudisca sempre con cose buone, senza mai farci mancare la sua vicinanza ed il suo sostegno, fidandoci delle parole che Gesù stesso ha poi pronunciato: chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto.
Il passo ci fa capire che la preghiera non è solo introspezione per rimanere chiusi in sé stessi, ma il cammino per entrare nella vita concreta e nelle relazioni. Salomone non chiede per sé, ma per sé in relazione agli altri.
Dio è compiaciuto nell’ascoltare che Salomone non abbia chiesto per sé vita e ricchezze, o la morte dei propri nemici, ma che abbia messo al primo posto il proprio compito sociale e politico e non interessi e desideri personali di potenza e di potere.
Il brano dice proprio: Piacque al Signore che Salomone gli avesse fatto una tale richiesta. Che chiara indicazione! Non solo per chi riveste ruoli pubblici, ma per tutti noi nei nostri microcosmi personali.


INTERVENTI LIBERI


1. Liberami, o Dio:
dall’egoismo che è in me,
dalla presunzione che è in me,
dall’arroganza che è in me,
dalla violenza che è in me,
dalle idolatrie che sono in me,
dalle chiusure che sono in me,
dal superfluo che posseggo,
dalle stupidità che inseguo,
dalla superficialità che è in me,
dall’angoscia che mi impedisce di
gioire, dalla voglia di prevalere,
dalla fretta che disumanizza.

2. Aprimi, o Dio:
alle gioie dell’amore,
alla tenerezza dei sentimenti,
alla voglia di vivere,
alla fiducia verso di Te,
alla condivisione dei Tuoi doni,
alla speranza di un mondo altro,
al coraggio di nuove scelte,
alla valorizzazione dei talenti
che sono in me,
alla ricerca della felicità,
al perdono vicendevole,
alla nonviolenza come stile di vita,
alle relazioni calde e sincere

G. Eccoci ora partecipi, come discepole e discepoli, della cena di Gesù.

T. Gesù era a tavola con i suoi amici e le sue amiche. Egli era ben consapevole della congiura che si stava organizzando contro di lui e il suo cuore faceva i conti con la paura. Voleva lasciare ai suoi amici e alle sue amiche, in quella sera e in quella cena di intimità, qualcosa di più di un ricordo, di un segno. Sulla mensa c’erano pane e vino. Gesù alzò gli occhi al cielo e, dopo aver benedetto il nome santo di Dio, prese il pane, lo spezzò, lo divise dicendo: “Prendete e mangiate. Questo pane condiviso sia per voi il segno della mia vita. Quando farete questo, lo farete in memoria di me, di ciò che ho fatto e detto”. Poi prese la coppa del vino e disse: “Questo calice sia per voi il segno di un’amicizia che Dio continuamente rinnova con tutta l’umanità, con tutto il creato”.


PREGHIERA DI CONDIVISIONE


COMUNIONE


PREGHIERE SPONTANEE


PADRE NOSTRO


BENEDIZIONE FINALE

1. O mio Dio, accompagnami nel cammino,
tienimi libero dagli idoli: ho bisogno della Tua mano.

2. Accompagna le persone che zoppicano, che
cadono, che non sanno dove aggrapparsi.

T. “Figlio mio, figlia mia: ti darò la mia mano,
ma tu ricordati di porgere la tua là dove si
lotta, dove si prega,
là dove si costruisce fraternità e sororità.
Non sono il Dio soltanto tuo,
sono il Dio dell’umanità e del mondo”.

Manuela Brussino
per la Comunità cristiana di base di Via Città di Gap, Pinerolo
15.09.2024