sabato 21 settembre 2024

 

LETTERE AL SINODO

(4-21 ottobre 2015 – Roma)

 

19 ottobre 2015

Lettera quotidiana al sinodo

 

Cari padri e fratelli sinodali,

vi scrivo mentre è notte profonda e anch’io sono al termine di questo epistolario fraterno.

Mi preme confidarvi un tormento, a volte addirittura un'angoscia.

Mi sembra che uno dei più gravi problemi della nostra chiesa siamo noi: si, proprio noi... vescovi, presbiteri, operatori pastorali.

La rapida evoluzione da una situazione di cristianità ad una società secolarizzata ha colto la nostra chiesa con un “corpo sacerdotale” assolutamente inadeguato.

Di fronte alle sfide della modernità, in un clima di controllo e di repressione, in larga misura i teologi si sono ridotti a ripetere gli insegnamenti del magistero, senza senso critico. Le grandi voci profetiche dei teologi del concilio si sono spente. Si è verificato un abbassamento di tono davvero deprimente e impressionante.

I nuovi preti sono per lo più “sacerdoti tridentini”, liturghi, madonnari, dediti all’istituzione ecclesiastica, tentati dai fumi di una invidiabile posizione sociale.

Il dramma è nel fatto che la formazione al ministero prepara solo dei funzionari dove gli interessi istituzionali prevalgono sulla passione per il Vangelo e i poveri.

Vescovi come voi non hanno il coraggio di mettere mano ad un nuovo percorso di formazione al ministero e probabilmente non ne sono capaci.

Saprete rendervi conto della situazione in cui, anziché pastori, le istituzioni preposte alla formazione, continuano a sfornare teologi e preti senza creatività e sempre pronti all'inchino, capaci di ripetere e mai di creare?

Se dormite sonni tranquilli e non affrontate questa tragedia, destinate il messaggio cristiano all'irrilevanza.

Vi auguro di saper guardare in faccia la realtà e di lasciare, a chi se la sente, di avviare un nuovo cammino di formazione al ministero.

Buona notte e un caro saluto.

don Franco Barbero.