sabato 28 settembre 2024

 UNA FEDE MOLTI LINGUAGGI

 

 La “sacralizzazione” del testo biblico


Un secondo punto che risulta indigesto per una fede inserita nel paradigma della modernità è costituito da una lettura della Bibbia condotta in modo acritico. Ogni testo biblico, letto nell’assemblea liturgica, si conclude ritualmente con “Parola del Signore”. Questa pratica è deviante.

Ora i metodi storici e critici ci rendono avvertiti che i testi non sono “telefonate” divine, ma la testimonianza parziale, ambigua, umana, storicamente contingente di persone - per lo più maschi - che hanno messo a Dio i panni della loro fede, ma anche della loro cultura, delle loro violenze, dei loro sentimenti.

Dire l’ineffabile mistero di Dio è sempre una impresa mediata storicamente. Senza questa attenzione e consapevolezza il Dio biblico spesso diventa violento, geloso, guerrafondaio.

La Bibbia non è dunque parola di Dio, ma espressione della testimonianza di credenti che “dicono la loro fede” entro le categorie culturali del loro tempo, ambiguità comprese.

Se diciamo che la Bibbia è senz’altro parola di Dio, usiamo un linguaggio puramente antropomorfico perché parlare esige una fisiologia umana. Ma rimane ben comprensibile dentro la nostra cultura il fatto che mediante questa raccolta di scritti umani gli autori ci hanno trasmesso l’esperienza del Mistero trascendente così come l'hanno vissuto. In questa montagna di testimonianze noi cerchiamo le pietre preziose, le gemme, le immagini che ci parlano di Dio che ci viene incontro e ci interpella, che apre un dialogo con noi.

In questo senso possiamo, con il biblista Carlos Mesters, dire che “Dio parla ancora” attraverso la Bibbia.

Fornisce un apporto significativo in questa direzione il recente libro di Vito Mancuso (“Dio e il suo destino”, Garzanti, Milano 2015).

L'Autore pone sotto il nome di Deus tutto quel linguaggio e quella figura di Dio, talvolta presente anche nei due Testamenti, che ne fanno un essere collocato lassù, come imperatore metafisico, che tutto decide e che spesso ha i connotati della violenza. Alla ricerca di un Dio della misericordia, sia immanente che trascendente, è necessario un superamento di questo Dio così gelosamente custodito e predicato nelle chiese cristiane. Ma occorre un accostamento alla Bibbia che sia consapevole di questi aspetti problematici ed inaccettabili per prendere congedo da questo Deus.

(continua domani)