I giovani mollano Zelensky, bocciato il piano per vincere
Con l’arrivo dell’autunno si intensificano gli attacchi russi su tutta l’ucraina. Ogni notte sciami di droni a lungo raggio raggiungono il paese. Sulla Capitale sembrano seguire sempre lo stesso schema: Brovary, periferia est, poi verso sud e successivamente le esplosioni vengono segnalate dagli abitanti di Bila Cerkva. La cittadina si trova a 80 km a sud della capitale ed è attaccata ogni notte. Una volta esploso, del drone non se ne sa più niente. I canali telegram, ufficiali o meno, non forniscono informazioni sul punto d’impatto, cosa che avviene sistematicamente quando a essere colpito è un obiettivo civile. S’intuisce quindi che potrebbe essere stato preso un obiettivo militare: Bila Cerkva ospita un aeroporto e diversi hub logistici; o molto probabilmente un’infrastruttura energetica, nell’ottica di lasciare il paese al freddo in inverno.
NELLA MATTINA del 7 ottobre due missili sorvolano Kiev e vengono abbattuti dalla difesa aerea mentre il numero più alto di droni raggiunge il paese nella giornata precedente, 87 gli Uav di cui 56 abbattuti. La difesa aerea della capitale non si basa solamente sui sofisticatissimi e costosissimi sistemi Patriot, bensì su mitragliatrici antiaeree poste su alcuni edifici. Quello che si lancia per aria ti ricasca in testa? Iniziano a domandarsi gli abitanti di Kiev, e su telegram cominciano ad apparire immagini di chi si è visto perforato il tetto o le finestre dai colpi di contraerea. Alcuni droni, invece di andare a sud, percorrono il Dnipro verso Vyšhorod, a nord della capitale. Sembrerebbe venire da lì, o più a nord, verso Chernobyl il fumo che ricopre la città da almeno dieci giorni. Il 20 settembre Kiev era la città con la più alta concentrazione di polveri sottili al mondo. Secondo le autorità si tratta di autocombustione della vegetazione causata dal forte calore.
L’OFFENSIVA RUSSA procede anche via terra, affiancata a una controffensiva su Kursk che sembrerebbe più di mantenimento. Intanto Zelensky, a due mesi dall’offensiva, ne celebra l’efficacia, essendo stata l’azione che ha portato al maggior numero di prigionieri catturati e scambiati dall’inizio della guerra. Ma i russi continuano a spingere verso Pokrovsk e ad allargarsi verso la vicina Kurakhove, minacciando gli ultimi bastioni del Donetsk e impostando pericolosamente la loro direttrice verso Zaporizhzhia e Dnipro. L’avanzata russa ha un costo brutale, si calcola siano 1.200 i soldati feriti o uccisi ogni giorno. Meno le vittime ucraine, paese cinque volte meno popoloso del suo avversario e che fatica sempre di più nel trovare nuove reclute. Secondo un sondaggio dell’Economist, è in forte crescita il divario tra il numero di ucraini favorevoli al piano di vittoria di Zelensky e quello dei giovani disposti a combattere. Il principale fattore scoraggiante, per l’esercito di Kiev, è il costante stato di difesa, passivo, in cui si aspetta che il nemico arrivi. Pokrovsk si sta circondando di nuove linee difensive mentre, per la prima volta, anche l’oblast di Dnipro inizia a preparare linee difensive fatte di trincee e denti di drago, deterrenti per carri armati. Più a nord l’esercito di Putin continua a concentrarsi su Kupiansk, allargandosi verso i ponti sul fiume Oskol, provando così a tagliare le comunicazioni ai rinforzi di Kiev. Ma ad allarmare gli analisti dell’isw è il riattivarsi del dormiente fronte sud, dove si registrano battaglie in direzione di Velyka Novosilka e Orikhiv, anche questi punti strategici che dimostrano sforzi congiunti in direzione Zaporizhzhia. Sempre l’isw riflette sul dispiegamento di mezzi corazzati russi nelle offensive, il cui numero sembrerebbe essere calato a seguito della perdita di tali veicoli in trincee come quella di Avdiivka. L’ucraina si trova di nuovo a scavare trincee nella fretta di dover difendere nuovi territori, così come nel gennaio 2024, correndo di nuovo il rischio che non tengano.
Alessandro Parente - Il Fatto Quotidiano, 9 ottobre 2024