lunedì 14 ottobre 2024

La vicenda battesimale ad Erba


Ricordo fin nei particolari una vicenda che, prete tradizionale da poco più di un anno, vissi in un grande ospedale in una città sulla strada che conduce alla Svizzera.

Che cosa successe?

Don Giorgio Accastelli, un prete mio amico e giovane parroco a Pinerolo nella parrocchia di San Lazzaro, mi sollecitò a tuffarmi subito in un ministero impegnativo.

Mi portò in macchina e nel primo pomeriggio del 14 giugno 1964 giunsi alla meta.

Portavo con me una passione ardente e il foglio sul quale il vescovo aveva scritto con molta generosità che io, per quanto giovanissimo, ero abilitato ad ogni ministero. Per quanto debole, inesperto e timido, subito a metà pomeriggio andai a cercare il cappellano di quell'ospedale che aveva parecchi reparti in un'ampia maternità.

A questa maternità facevano riferimento molte famiglie della città e dei dintorni. Al centro c'era una meravigliosa cappella nella quale per quattro mesi celebrai la messa domenicale in modo assai tradizionale, come usava allora (sono passati oltre sessant'anni) e poi ritornai a Pinerolo nella parrocchia con don Giorgio, avevo tanta voglia di stare con la mia gente egli nel 1969 sposai la prima coppia omosessuale.

Dunque a metà del pomeriggio fui condotto dal cappellano che, anzi, mi raggiunse prima che io arrivassi nel suo studio. L'incontro fu velocissimo. Mi prese dalla mano il documento del mio Vescovo e lo lesse con sorprendente rigidità. Volevo soffermarmi un po’ a parlare con lui, ma era ansioso e alludeva ad un impegno che aveva nel pre-cena. Tuttavia mi mise subito alla prova:"Venga", mi disse e mi sollecitò a mettermi la stola e mi portò al letto di una donna anziana morente. Vicino c'era un figlio molto addolorato e volli avvicinarlo per qualche minuto. Niente da fare. Mi prese la mano e mi indicò il letto della donna pregandomi di fare presto." Lei è un bravo pretino", mi disse," però è troppo lento e si dilunga a pregare e a parlare con la paziente e il figlio”.

Quella fretta e quelle parole mi lasciarono perplesso dovetti ubbidire, ma non riuscivo ad accettare quei modi dai gesti veloci. Mi disse che ero troppo lento nella somministrazione dell'olio… e se ne partì senza stringermi le mani. Rimasi molto perplesso e non riuscivo a capire questo fuggire, anziché sostare dalle persone di cui avevamo il dovere e la gioia d'una cura pastorale. Sparì e non lo vidi più per due giorni, senza potermi concedere un dialogo pastorale con lui. Tuttavia furono giorni belli: molte ore nei reparti ad ascoltare; chi voleva confessarsi e fare la comunione. Intanto era arrivata l'ora della cena e fui invitato a sedermi al tavolo di due giovani medici e due infermiere. Qui si respirava un'aria completamente diversa… Sì parlò con affetto e riserbo dei pazienti e venivo invitato a confidare il fatto che mi aveva un po’ afflitto. Capirono subito e dopo cena mi invitarono nel loro studio, per parlarmi e farmi un po’ conoscere la figura del cappellano…

Dopo un po’ diventarono molto prudenti e anche sinceri nel parlare della persona del cappellano: ” A lui interessa il suo commercio di sigarette con un gruppo molto organizzato dedito al commercio delle medesime verso la Svizzera". Questi due medici erano giovani credenti (mi parlarono della loro fede) e quel comportamento li addolorava.

E giunse un giorno dopo l'altro, il pomeriggio della domenica dei battesimi.

Arrivarono almeno 30 carrozzine con papà e mamme sorridenti. Per me fu un’emozione che non dimenticherò mai. Tutti mi salutarono con affetto, con un sorriso… Qualcuno aggiungeva:”Questa è la nostra seconda figlia…”
Un'altra donna con occhi illuminati dalla gioia, ci parlò della sua terza maternità.

Due settimane dopo il cappellano ritorò e volle che gli fossero consegnate le buste e le prese .

Io gli espressi il mio dissenso e lui mi disse:” Vattene di qua e torna alla parrocchia con don Giorgio”. Sopportai ancora e a novembre venni di nuovo a Pinerolo e così aumento l'amicizia e la collaborazione con don Giorgio.

La Chiesa, quando c'entrano i soldi e uno si lascia prendere dal denaro, è finita. Diventa un'impresa contraria al Vangelo. Quella vicenda e quell'incontro con un prete commerciante, mi hanno trafitto il cuore, ma hanno costituito per me un esempio e uno stimolo a guardarmi dalle ricchezze.

Grazie, o Dio,. Solo tu mi hai dato questa forza.

Franco Barbero, 20 settembre 2024