giovedì 10 ottobre 2024

 Piccola antologia

 

La svolta

La teologa Anna Maria Tepedino con grande lucidità riassume alcuni passaggi cristologici che hanno segnato vere e proprie svolte.

"ll momento decisivo per la patriarcalizzazione della cristologia è il lV secolo. Nel 312 d.C. la conversione dell’imperatore Costantino al cristianesimo segna il passaggio dalla “religio illicita”, perseguitata e minoritaria... alla religione ufficiale dell’Impero romano. La sua ideologia viene legittimata. L'unità imperiale aveva bisogno dell’unità di fede e teologia. Un cristianesimo insediatosi nel cuore del potere politico sul mondo, si integrava a perfezione con l’aspettativa messianica davidica”….

“La dottrina cristologica di Cristo come Logos o fondamento del creato si identifica con le basi del sistema sociale vigente. Cristo come Logos di Dio e rivelazione della mente divina, e offre il governo e il quadro del Cosmo sociale costituito. Tutto si integra in un'unica e ampia gerarchia dell”essere”, scriveva già Eusebio di Cesarea nel De vita Costantini.

Si instaura una nefasta coerenza tra impero e teologia:

É infatti nello stesso modo in cui il Logos di Dio governa il cosmo che l’imperatore romano cristiano, insieme alla chiesa cristiana, governa il mondo politico. I signori governano gli schiavi e gli uomini governano le donne... Le donne, gli schiavi e ibarbari erano alogoi, le persone che non hanno parole proprie, senza mente, devono essere guidate dai rappresentanti del_Logos divino. Gesù Cristo diventa così il ritratto dell'imperatore. Il Pantocrator (colui che tutto governa) regna su un nuovo ordine sociale nel quale le donne non hanno alcuna importanza... Cristo diventa il fondatore e il governatore cosmico della gerarchia sociale esistente”.

Tamayo – Acosta, “Dieci parole chiave su Gesù di Nazaret”, Cittadella Editrice, 2002, pag. 358-359.

 

Dio non è mai una nostra proprietà

“Comprendiamo sempre che la religione deve essere più dei suoi confini, e Dio senz’altro più di ogni definizione.

Proprio questo fatto: considerare possibile una cosa che, pur non dimostrata, potrebbe però quantomeno uscire dalle definizioni che esistono adesso, significa capire che Dio non diventa mai una proprietà e che la sua vigna, il suo regno, non ci appartiene mai.

Noi non siamo mai altro che degli aflìttuari di un bene che ci è stato affidato”.

Eugen Drewermann, “Quando il cielo tocca la terra”, Queriniana 1999, pag. 132.

(continua)